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Tag: dentista

Come scegliere uno studio dentistico?

La scelta dello studio dentistico è un passaggio importante per la nostra salute. Quali sono le principali caratteristiche che uno studio dentistico deve possedere per essere ritenuto affidabile ed essere scelto dai pazienti? Insomma, come scegliere un bravo dentista?

Prima di procedere è importante ricordare che lo studio dentistico non va cercato solo da chi ha un problema di carie, da chi sta perdendo i denti o da chi intende risolvere un problema legato all’estetica dentale, ma da tutti, perché oggi il modo migliore per non avere problemi e non andare dal dentista, è fare prevenzione. La pulizia dei denti professionale  è un intervento di prevenzione che andrebbe sostenuto ogni sei mesi ed è necessario, dal momento che per quanto ci si possa lavare i denti con frequenza, l’accumularsi di tartaro tra gengiva e denti è inevitabile. Un bravo dentista serve prima e di più a chi ha i denti sani, per consentire che sani rimangano.

Quanto è vicino a casa mia lo studio del dentista?

La vicinanza dello studio dentistico è un fattore utile ma non deve orientare la tua scelta. Anche se gli interventi di cui hai bisogno  sono semplici come uno sbiancamento, una pulizia dei denti o la cura di una piccola infezione alle gengive è importante scegliere correttamente uno studio dentistico. Infatti, per quanto la breve distanza tra casa tua e lo studio dentistico sia indubbiamente una comodità, è anche vero che una semplice pulizia dei denti fatta male può arrecare enormi danni alla bocca di un paziente, quindi in linea di massima è meglio trovare la determinazione per farsi qualche chilometro in più e arrivare in centro per farsi visitare da un bravo dentista, cioè da chi ha maggior esperienza.

Un bravo dentista che costa poco: come trovarlo?

Nessuno è contrario a risparmiare, sia chiaro, ma un’offerta su Groupon per la pulizia dei denti a 30 euro, è molto spesso indice di un servizio di bassa qualità erogato da un dentista poco esperto che cerca di aumentare il proprio numero di pazienti investendo il suo tempo in terapie a basso costo. Se ci pensi un’offerta del genere, considerando anche il fatto che Groupon trattiene il 50 per cento dell’importo, è un investimento in perdita che può essere affrontato solo da chi è alle prime armi, o da chi non ha più pazienti al proprio studio.

Non correre rischi lasciandoti attrarre dal solo costo basso dei trattamenti; cerca di informarti sulla qualità percepita da chi è già stato in cura presso quello studio. Se parliamo di interventi di routine, il passaparola è un buon biglietto da visita per un bravo dentista, quale che sia il suo campo.

Come scegliere studio dentistico per estetica dentale

Un altro punto di domanda riguarda la scelta dello studio dentistico per motivi di estetica dentale. Tutti vediamo in televisione i sorrisi perfetti dei personaggi dello spettacolo che talvolta fanno da testimonial per questo o quello studio dentistico, ma anche in quel caso, il miglior risultato estetico, se parliamo ad esempio di faccette dentali, viene dalla specializzazione, dall’essere accreditati presso la comunità scientifica, non dal pubblicare in giro le foto insieme all’attrice del momento. Puoi approfondire alcuni argomenti nel nostro Blog di Odontoiatria rivolto ad un pubblico di Odontoiatri zerodonto.com. Qui puoi trovare casi clinici di professionisti riconosciuti a livello internazionale nel loro settore.

Scegli il dentista in base al tuo problema

In effetti sarebbe opportuno per lo meno nei casi più seri, trovare il coraggio di sottoporsi ad una seduta di pulizia dei denti presso lo studio di un parodontologo, perché possiede le competenze per praticare una pulizia dei denti in profondità, mediante una o più sedute di curettage eseguiti con manipoli sonici in cui si riesce a eliminare il tartaro sotto gengivale, causa principale delle infezioni e del sanguinamento che precedono la piorrea (appunto la parodontite) nei pazienti geneticamente predisposti a svilupparla.

Se stai cercando sul web lo studio dentistico di un buon parodontologo, di un buon ortodontista o di un altro specialista ti suggeriamo di fare una buona ricerca su Google, senza fermarti al primo studio che trovi, ma verificando le referenze nel curriculum dei professionisti che esercitano la professione in quello studio. La maggior parte degli studi dentistici on line pubblicano i curricula dei dentisti, quindi non devi fare altro che confrontarli e fare la tua scelta.

IL FLUORO FA MALE AI DENTI? FACCIAMO CHIAREZZA

Il fluoro è un minerale che ha la straordinaria capacità di legarsi con i minerali che compongono lo smalto dentale, rafforzandolo. Dunque il fluoro fa male ai denti? Vista la sua capacità di rendere lo smalto dentale più resistente agli attacchi degli acidi potremmo dire di no. Il fluoro infatti svolge una funzione protettiva e remineralizzante davvero fondamentale: ogni giorno i nostri denti sono esposti all’aggressione degli acidi prodotti dalla placca, capaci nel tempo di intaccare lo scudo protettivo dei denti.
La demineralizzazione dei denti apre la porta allo sviluppo di carie, dapprima piccole, poi potenzialmente più grandi e profonde via via che il dente si demineralizza sempre di più. Grazie alla sua capacità di remineralizzare lo smalto dentale e di rendere i denti più forti e difficili da attaccare dagli acidi che provocano la carie, il fluoro è un minerale cruciale per la salute del cavo orale. Ma perché allora viene messo sotto accusa e perché c’è chi dice che invece il fluoro fa male ai denti?
Occorre essenzialmente dire che il fluoro può essere somministrato a grandi e bambini attraverso due metodologie: per via topica e per via sistemica. Il fluoro assunto per via topica, ovvero esterna, è quello comunemente contenuto all’interno dei dentifrici classici, nei collutori o negli altri prodotti utilizzati per la salute e l’igiene della bocca, comprese alcune gomme masticabili che dovrebbero sostituire l’uso dello spazzolino quando ci si trova fuori casa.

Questo tipo di fluoro fa male ai denti? No, se non si esagera e se non lo si assume nel modo sbagliato: il fluoro assunto attraverso il dentifricio o il collutorio, agisce esternamente al dente, sullo smalto, sulle gengive e sulle mucose della bocca aiutando a rinforzarne le difese contro l’attacco della placca e dei batteri.
Il fluoro viene così attivato tramite lo spazzolamento dei denti o tramite l’atto di risciacquare la bocca, dunque questo utilizzo del fluoro non fa male ai denti. Diversa la situazione in cui sono i bambini piccoli a utilizzare dentifrici ricchi di fluoro senza la supervisione dei genitori, perché il rischio di ingestione è alto. In quel caso il fluoro fa male ai denti? No, ma non è propriamente salutare ingerirlo in questa forma.
L’altro modo per assumere fluoro è per via sistemica: spesso pediatri o dentista specializzati prescrivono fluoro sotto forma di integratori, da mescolare all’acqua od ai cibi, da far assumere ai bambini per rinforzare lo smalto dentale. Fa male ai denti o alla salute questa tipologia di fluoro? In realtà anche in questo caso, purché sotto controllo medico, il fluoro ha lo specifico compito di rinforzare i componenti dello smalto dentale aiutando i più piccoli a sviluppare una dentatura sana e resistente agli attacchi dei batteri responsabili della formazione della placca e dunque delle carie.
Dunque perché c’è chi dice che il fluoro fa male ai denti od alla salute? Cerchiamo di capire meglio quali sono i meccanismi che potrebbero portare ad avere qualche problematica e come evitarli.

Spesso la figura del logopedista è associata a quella dell’ortodontista per aiutare a sistemare disturbi legati alla bocca. Le principali problematiche di cui si occupano sono: la deglutizione atipica, i frenuli labiali e linguali troppo corti e la respirazione orale

La strategia è quella la collaborazione tra ortodontista e logopedista ma quando deve intervenire il primo e quando il secondo e poi, in caso di problemi di malocclusione quando è possibile risolverli solo con intervento del logopedista e quando in caso di problemi del linguaggio è necessario l’intervento dell’ortodontista?

Le difficoltà articolatorie sono strettamente correlate alla posizione della lingua, alla tonicità del distretto bucco-linguo-facciale e al loro punto articolatorio. Tutti i fonemi infatti vengono classificati per luogo, modo articolatorio e tipo di articolazione. Qualora, infatti, per svariate complicanze, non fosse possibile usufruire del corretto punto articolatorio, il logopedista è costretto a trovare posizioni di compenso per permettere al paziente di pronunciare quel fonema.

Per quanto riguarda le abitudini viziate invece, le principali che si riscontrano sono:

· succhiamento del dito;

· uso prolungato del ciuccio o del biberon;

· onicofagia;

· lapisfagia;

· masticazione delle guance;

· masticazione o succhiamento di pezzuole di stoffa o vestiti.

Tutte queste abitudini scorrette, se non eliminate, provocano mal occlusioni, morsi aperti, palati ogivali… con ovvie ripercussioni sul versante fonetico- fonologico: interposizioni linguali anteriori, fuoriuscita di aria dai lati della bocca, errata pronuncia di alcuni fonemi per impossibilità di usufruire del corretto punto articolatorio.

Impianti a carico immediato:

L’impianto dentale a carico immediato permette di sostituire in modo efficace e in sole 24 ore uno o più denti mancanti a causa dell’età o di traumi alla bocca. L’impianto è una vite artificiale che viene inserita chirurgicamente nell’osso, alla quale viene ancorata una protesi dentale fissa o mobile.

Tale tecnica viene utilizzata soprattutto per la riabilitazione di arcate intere ed offre una valida alternativa all’implantologia tradizionale.

a chirurgia implantare a carico immediato, quindi, permette di applicare una forza su un impianto al momento stesso dell’intervento chirurgico mediante il posizionamento di un manufatto protesico (corona, ponte, etc.) direttamente avvitato sull’impianto.

Anche in presenza di carico immediato è necessario limitare al massimo i micro movimenti, al fine di non interferire con l’osteointegrazione e perdere gli impianti. Tale scopo può essere ottenuto, in presenza di impianto singolo, evitando il più possibile i contatti in occlusione, e in presenza di più impianti, solidarizzandoli tra loro per mezzo di barre o strutture di rinforzo.

Carico immediato con chirurgia guidata

Normalmente il sistema più preciso, esteticamente valido e sicuro per poter mettere degli impianti a carico immediato è eseguire l’intervento – spesso senza punti – mediante la chirurgia guidata. Attraverso questa procedura è possibile sapere in anticipo la posizione esatta dell’inserimento degli impianti. Il tutto è pianificato tramite Tac al computer così da poter costruire le protesi prima dell’intervento e poterle avvitare anche il giorno stesso dell’operazione.

La chirurgia guidata richiede una serie di appuntamenti prima dell’intervento chirurgico, durante i quali vengono registrate le impronte dentarie e studiati i parametri funzionali ed estetici di ogni singolo paziente

Carico immediato con chirurgia tradizionale

È possibile risparmiare eseguendo l’inserimento degli impianti attraverso una chirurgia tradizionale. Eseguiti gli impianti si trasforma la protesi mobile in protesi fissa forandola in corrispondenza degli impianti una volta eseguito l’intervento e permettendone quindi l’avvitamento sugli impianti stessi ed eliminando porzioni fastidiose della protesi mobile come flange e palato.

Questa soluzione non ha le caratteristiche di precisione ed estetica della precedente ma è una soluzione più economica e comunque valida. 

Impianti singoli e impianti multipli

Ovviamente, il bloccaggio di più impianti tra loro, riduce fortemente il rischio di sottoporre i singoli impianti a tali micro movimenti, distribuendo le forze masticatorie su una superficie più ampia offerta dalle strutture di supporto (barre avvitate, splintaggi, connettori, etc.).

Per quanto riguarda gli impianti singoli, in condizioni cliniche standard, l’impianto può essere sottoposto a carico immediato solo nel caso in cui la sua stabilità primaria sia estremamente elevata. In ogni caso, un impianto singolo a carico immediato viene solitamente sottoposto ad un carico non funzionale mediante infraocclusione; in sintesi, la corona singola viene avvitata sull’impianto ma viene realizzata in modo da non entrare in contatto con i denti antagonisti durante la chiusura della bocca.

Ovviamente, durante la masticazione, tali contatti non possono essere evitati del tutto ed il rischio di insorgenza di micro movimenti deleteri per l’osteointegrazione non può essere completamente esclusa sia nel caso di più impianti multipli solidarizzati o ancor più nel caso di impianto singolo.

Impronte dentali in digitale

Anche la tecnologia può farti ripartire col sorriso giusto !

Grazie alla innovazioni introdotte in campo odontoiatrico è cambiato il modo di lavorae, fornendo innumerevoli vantaggi sia per gli operatori, sia per i pazienti.

Ad esempio, grazie allo scanner intraorale il fastidio che si prova quando un dentista prende le classiche impronte dentali con la ” pasta ” è totalmente eliminato.

Che cos’ è lo scanner intraorale ?

Lo scanner intraorale è uno scanner 3d ovvero un sistema di misurazione tridimensionale utilizzato per catturare oggetti del mondo reale, in modo che possano essere analizzati nel mondo digitale .

Nello specifico, lo scanner intraorale raccoglie le informazioni sulla forma e le dimensioni delle arcate dentali attraverso la sola emissione di un fascio luminoso e l’utilizzo di telecamere ad alta risoluzione .

Quando estrarre il dente del giudizio?

Non si può dare una risposta precisa. Ci sono solitamente quattro denti del giudizio in tutto, uno per ogni emiarcata; succede però talvolta che ne compaia qualcuno in più (iperdonzia) o qualcuno in meno (ipodonzia). Quando ce ne sono più di quattro è sempre meglio estrarre denti del giudizio.

Ricordiamo brevemente che i terzi molari, assenti nella dentizione dei neonati , esordiscono tra i 18 ed i 25 anni (non a caso, vengono chiamati denti del giudizio), un’ età in cui tutti gli elementi dentali si sono collocati in una postazione precisa. L’irruenza con cui i denti del giudizio erompono dalle gengive potrebbe provocare mal di denti, affollamento dentale e molti altri disturbi, tali da rendere necessaria un’estrazione dentale.

L’estrazione dei denti del giudizio (detta anche avulsione) può essere eseguita a fini preventivi o curativi. Nel primo caso, un dente del giudizio può essere rimosso per salvaguardare la corretta posizione ed il giusto allineamento degli altri denti, minimizzando il rischio di malocclusione e denti storti. Inoltre, un’estrazione precoce dei denti del giudizio (immediatamente dopo la loro estrusione dalla gengiva) può essere raccomandata dal dentista per limitare eventuali rischi e complicanze che potrebbero invece sorgere rimuovendo un terzo molare già completamente formato durante l’età adulta.
A scopo terapeutico, invece, l’estrazione dei denti del giudizio si rivela inevitabile nelle seguenti circostanze:

  • Affollamento dentale: questa condizione richiede l’estrazione dei denti del giudizio dato che può rendere difficoltosa la pulizia dentale, quotidiana od interferire con la normale masticazione
  • Corrosione del dente adiacente: un dente del giudizio, ancora incluso nella gengiva, spinge prepotentemente contro le radici del dente adiacente, creando dolore  tale da richiedere un’estrazione
  • Grave infezione al dente del giudizio: in questi casi, la rimozione del dente infetto si rivela l’unica soluzione adeguata. Un’ otturazione od una devitalizzazione  sarebbero, invece, interventi superflui per un dente del giudizio
  • Inclusione dentale : il dente del giudizio viene bloccato nel suo cammino di crescita e sviluppo dalla gengiva, rimanendo intrappolato all’interno dell osso mandibolare o mascellare. Questa condizione espone il dente al rischio d’infezioni, carie , ascessi dentali e cisti.
  • Infiammazione gengivale causata dal mal posizionamento di un dente del giudizio
  • Mal di denti cronico, provocato dalla pressione esercitata dal dente del giudizio sui denti attigui
  • Pericoronarite  dentale: un dente del giudizio parzialmente erotto può dar luogo ad un’infiammazione gengivale acuta molto fastidiosa e dolorosa
  • Rottura o scheggiatura  del giudizio

Sbiancamento con mascherina personalizzata

E’ uno sbiancamento che il paziente, dopo la prima utilizzazione presso lo studio dentistico, può fare comodamente a casa propria!

Richiede un’applicazione di 4-6 ore al giorno oppure per l’intera notte. La mascherina è creata su misura per ogni paziente e aderisce perfettamente ed in modo confortevole all’arcata dentale.

E’ sicuro perchè ha una consistenza viscosa e appiccicosa che rimane all’interno della mascherina e non fuoriesce andando sulle gengive. E’ sicuro infine perchè contiene la Formula PF con Nitrato di Potassio e Fluoro che insieme aiutano a migliorare la salute generale dei denti.

Il trattamento è disponibile in due diverse concentrazioni di Perossido di Carbammide. Al 10% richiede di indossare la mascherina per 8-10 ore al giorno (applicazione notturna), mentre al 16% l’utilizzo è ridotto a 4-6 ore giornaliere. In entrambi i casi i risultati sono visibili dopo 5-10 applicazioni.

​Il trattamento richiede la creazione di una mascherina su misura per il paziente che avviene tramite un appuntamente in studio durante il quale vengono prese le impronte di entrambi le arcate. L’efficacia del trattamento è anche legata all’utilizzo di tale mascherina personalizzata che aderisce perfettamente ai denti del paziente.

Lo sbiancamento dentale eseguito sotto il controllo del professionista è garanzia di sicurezza e di possibilità di ottenere i migliori risultati possibili. Lo sbiancamento deve infatti essere eseguito solo dopo un’attenta anamnesi del paziente grazie alla quale verrà identificato il trattamento più adeguato alle sue esigenze e deve essere preceduto da una pulizia professionale dato che la placca inibisce o riduce l’effetto degli agenti sbiancanti. Infine il professionista dentale supervisiona l’intero processo, controllando i progressi e trattando eventuali effetti collaterali quali la sensibilità.

Contattaci per prendere un appuntamento per una seduta di igiene dentale , seguita da sbiancamento domiciliare !!!

DA COSA DIPENDE IL COLORE DEI DENTI?

Il naturale colore del dente non dipende dallo strato di smalto esterno bensì dalla dentina, ovvero lo strato più interno, che dall’adolescenza in poi tende ad ispessirsi e a cambiare leggermente tonalità.

Il bianco naturale comprende infatti sfumature giallognole più o meno accentuate che dipendono dalla presenza di una serie di macchie che si possono depositare sullo smalto intaccando la dentina. Capita con il passare del tempo, nel caso di otturazioni metalliche in amalgama, e soprattutto se non c’è una corretta e costante igiene. In questo caso, lo smalto tende a colorarsi assorbendo i pigmenti da cibi e bevande. Lo smalto infatti, non possiede un colore proprio, è traslucido in quanto formato da cristalli di idrossiapatite, pertanto dallo strato superficiale traspare il colore della dentina sottostante.  Il suo spessore inoltre, nel corso degli anni tende a ridursi per usura, mentre la sua superficie tende a diventare più liscia. È naturale quindi assistere nel corso della vita ad un graduale ingiallimento dei denti.

Ma tornare all’originale brillantezza del bianco naturale si può, grazie alle nuove tecnologie e ai materiali al servizio dell’odontoiatria. Non solo, con diversi trattamenti sbiancanti è possibile anche arrivare ad ottenere un bianco un po’ più artificiale.

Prima di tutto però, è importante ricordare che i denti vanno quotidianamente spazzolati per rimuovere i residui di cibo e soprattutto dopo aver assunto alimenti molto dolci perché più si mantiene la pulizia e meno si incorrerà nell’attacco di batteri che innescano il meccanismo della pigmentazione della dentina.

MA QUANDO È COMPARSO IL PRIMO DENTIFRICIO?

E COME SI LAVAVANO I DENTI PRIMA?

Non siamo riusciti a trovare informazioni certe sui primissimi antenati del dentifricio. Pare che già gli antichi Egizi nel 5000 a.C. avessero l’abitudine di pulire i loro denti (secondo i ritrovamenti di alcuni manoscritti).

Con certezza si può affermare però che Greci e Romani provvedessero in qualche  modo alla loro igiene orale. Le donne romane si dice masticassero una resina aromatica per profumare la bocca. Sicuramente venivano usati miscugli di ingredienti per creare dentifrici molto abrasivi: ossa tritate e conchiglie d’ostrica erano gli ingredienti principali, probabilmente utilizzati con l’ausilio di stracci  di cotone o lino. L’aggiunta delle spezie o di carbone era utile invece per migliorare l’alito.

Polveri di vario tipo comunque sono state usate per l’igiene dentale sino al XIX secolo!

Alla fine del Cinquecento si parlava di “bianco dentario” e di “sapone per i denti”, il che fa presupporre l’utilizzo di prodotti per la pulizia dei denti.

Dunque sino al XIX secolo il dentifricio era una polvere abrasiva utilizzata per togliere i residui di cibo dai denti, e spesso non aveva un buon sapore. Grazie all’aggiunta di glicerina e di altri ingredienti invece, verso la fine del 1800 divenne molto più simile a ciò che utilizziamo oggi, ossia una pasta con una consistenza e un sapore gradevole.

Dovremo però attendere il 1873 per la produzione industriale e la diffusione di massa.

Circa 20 anni più tardi infatti nacque la Dr Sheffield’s Creme Dentifrice, la crema dentifricia proposta finalmente nel tubetto morbido spremibile (sino a quel momento il dentifricio era venduto in tubetti di vetro).

Fu la Colgate nel 1896 a dare il via alla commercializzazione su vasta scala del dentifricio nel tubetto spremibile inventato da Sheffield.

Nel XX secolo poi ci sono state alcune sostanziali modifiche alla composizione della pasta dentifricia, ma Colgate ha aperto la strada al dentifricio così come lo conosciamo oggi.

Ritrattamento endodontico:

Cominciamo con lo spiegare che il ritrattamento canalare è un nuovo trattamento canalare dentale che è stato eseguito quando il trattamento endodontico iniziale non ha avuto lo stesso successo oppure è fallito. Questo trattamento consisterà nella rimozione dei materiali di riempimento dai canali radicolari dentali per pulirli e rimodellarli. Il ritrattamento canalare terminerà tipicamente con una nuova sigillatura dei canali radicolari. Ma quando sarà necessario procedere nell’eseguire un ritrattamento canalare? Ci sono una serie di sintomi e segni che possono indicare che il trattamento endodontico non è andato come previsto, cioè ha fallito. Questi segni e sintomi possono essere di vario tipo e includono la presenza di dolore persistente nel dente trattato che potrebbe anche aumentare con il passare dei giorni. Il ritrattamento canalare potrebbe anche rendersi necessario in caso di una infiammazione facciale del dente trattato endodonticamente o in caso di fratture endodontiche dei denti e di tenerezza alla percussione o alla palpazione del dente. Segni radiologici che un canale radicolare non è stato trattato o riempito correttamente o completamente sono facilmente individuabili dal dentista, e in questi casi non resterà altra alternativa all’estrazione del dente che procedere con il ritrattamento canalare. Quando si parla di ritrattamento canalare dolore e fastidio possono essere presenti in minima parte nella fase successiva all’anestesia locale ma tenderanno comunque a sparire nel giro di poco tempo. Il ritrattamento canalare diventerà necessario anche in presenza di canali radicolari accessori che non sono stati o non potevano essere trattati nella prima endodonzia. Anche la comparsa di una nuova carie o lesione infettiva che colpisce nuovamente il canale radicolare dentale potrebbe essere uno dei motivi per cui il dentista valuterà il ritrattamento canalare al pari di una frattura della corona o dell’otturazione che ha causato un nuovo processo infettivo nel dente. Di fronte a uno o più segni e/o sintomi sopra descritti è necessario recarsi rapidamente dallo studio dentistico.

Ritrattamento canalare: come si fa

Come abbiamo già accennato uno dei motivi che possono rendere opportuno valutare un ritrattamento canalare sono la contaminazione da precedente trattamento endodontico, una frattura dentale, un processo infettivo e così via. Se un paziente si presenta nello studio dentistico con un dente devitalizzato e uno dei sintomi che abbiamo elencato, il dentista capirà subito che il dente devitalizzato non è guarito in modo adeguato. E’ il caso, ad esempio, di un dolore che è peggiorato dopo il trattamento iniziale e che compare ogni volta che si mastica o si morde. Si consideri inoltre che uno o più canali radicolari mal otturati e carie ricorrenti possono essere individuati facilmente con una radiografia. Inoltre si potrebbe avere una lesione apicale che non esisteva all’inizio del trattamento endodontico. La modalità di esecuzione del ritrattamento canalare inizierà con un esame clinico e radiografico del dente infetto. Sarà fondamentale fin dall’inizio stabilire la causa che ha causato il fallimento del primo trattamento endodontico. Una volta chiarite tutte le informazioni e la causa del fallimento endodontico è possibile procedere, se possibile, ad eseguire in concreto il ritrattamento canalare. Il trattamento verrà eseguito utilizzando l’anestesia infiltrativa nello studio dentistico, quindi questo trattamento non causerà alcun dolore o disagio. Il ritrattamento canalare consisterà nella rimozione del materiale di riempimento dal primo canale radicolare e nella pulizia del nuovo processo infettivo. Dopo aver fatto ciò e rimodellato i canali radicolari, si procederà nuovamente alla corretta otturazione di questi. Prima del ritrattamento canalare il dentista specialista dovrà verificare che il dente possa essere effettivamente ricostruito, che il parodonto sia sano e che i canali radicolari siano accessibili senza ricorrere alla chirurgia. Inoltre, il paziente deve mostrare adeguate abitudini di igiene orale, sentirsi motivato a preservare i propri denti naturali.

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