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Tag: mandibola

I frenuli:

Oggi parliamo di frenuli. Si tratti di piccoli lembi di tessuto che collegano diverse strutture del cavo orale. Sono come dei “piccoli fili allungabili” che guidano e rendono possibili i movimenti di lingua e labbra.
È importante tenerli sotto controllo perché in alcuni casi possono presentare delle anomalie con conseguenze patologiche. A seconda del problema, infatti, queste alterazioni andranno trattate da un punto di vista chirurgico, ortodontico, parodontale. Anche in collaborazione con la figura del logopedista.

Ma vediamo quali sono:

  • frenulo linguale che collega la lingua al pavimento orale permettendo i movimenti della lingua;
  • frenulo labiale superiore che collega il labbro superiore alla gengiva a livello degli incisivi centrali;
  • frenulo labiale inferiore che collega il labbro inferiore alla gengiva in corrispondenza degli incisivi centrali;

E da quali patologie possono essere interessati:

Talvolta il frenulo labiale superiore può essere affetto da ipertrofia, ovvero un aumento dello spessore e del numero delle fibre che lo compongono. Altre volte il frenulo labiale superiore può presentare un’inserzione anomala in una zona più vicina ai denti della norma. In entrambi i casi si può creare uno spazio tra gli incisivi chiamato “diastema”.

Il frenulo labiale inferiore invece, in certi casi, può comportare recessioni gengivali, cioè abbassamento della gengiva, quando le fibre esercitano un’eccessiva trazione sui colletti dentali.

La lunghezza ridotta, invece, interessa solitamente il frenulo linguale. Questo comporta una limitazione dei movimenti della lingua, ostacolando l’apprendimento della deglutizione, della respirazione e della fonazione corrette. Tale limitazione potrà inoltre condizionare il corretto sviluppo di mascella e mandibola.

Diagnosticare la patologia e curarla:

Come ripetiamo spesso, la diagnosi precoce fatta da un ortodontista in questi casi è fondamentale. Lo specialista valuterà la lunghezza dei frenuli, la loro inserzione e la mobilità della lingua.
Nel caso in cui sia necessario intervenire, si potrà procedere con la rimozione del frenulo (detta frenulectomia), seguita da esercizi di mobilizzazione linguale.

Quando si interviene?

L’età di intervento è legata alla tipologia di frenulo da trattare e al problema riscontrato:

  • per il frenulo labiale superiore si deve attendere l’eruzione completa dei canini permanenti che potrebbero determinare la chiusura spontanea degli spazi. Nel caso in cui il diastema permanga, è necessario rimuovere la parte del frenulo che si inserisce tra gli incisivi e applicare l’apparecchio ortodontico per chiudere lo spazio.
  • nel caso del frenulo labiale inferiore si interviene precocemente solo quando c’è un danno parodontale. Se esso esercita una trazione eccessiva, infatti, è possibile notare un’iniziale recessione una volta erotti gli incisivi permanenti (uno dei due potrebbe apparire più lungo a causa del bordo gengivale abbassato). Anche in questo caso potrebbe essere indicata la frenulectomia.
  • è il frenulo linguale corto, infine, che può essere diagnosticato alla nascita. Dal momento che limita il movimento della lingua è consigliato l’intervento precoce, anche alla nascita. Talvolta, poi, si rende necessario reintervenire quando il bambino è cresciuto, nel caso in cui si riscontri ancora un deficit nella lunghezza del frenulo.

Quando la brevità del frenulo compromette il linguaggio è consigliabile intervenire in epoca prescolare. Negli altri casi si valuta in base alla crescita scheletrica e dentale. Qualora siano presenti un’alterazione nella posizione della lingua, e problematiche legate a una deglutizione errata, è inoltre fondamentale una collaborazione con la figura del logopedista. Questa figura professionale, con appositi esercizi, insegnerà al bambino a recuperare la giusta posizione della lingua e a deglutire correttamente.

FISIOTERAPIA DENTALE

In molti casi il dolore, il mal di testa e gli altri sintomi associati ai disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare possono migliorare se trattati precocemente. La fisioterapia ricerca l’equilibrio tra mandibola e capo attraverso una rieducazione muscolare e articolare che si avvale di particolari trattamenti manuali finalizzati alla gestione e/o risoluzione del dolore, al recupero della funzione articolare e muscolare del sistema masticatorio e cervicale e alla correzione posturale. Ricordiamo che i primi sintomi a carico dell’ATM sono leggeri e solamente funzionali, ma non devono essere sottovalutati in quanto possono poi accentuarsi fino a provocare modificazioni strutturali della stessa articolazione e disfunzioni  a diversi livelli dell’organismo;  le ATM, infatti, non devono essere considerate a sé stanti ma come strutture facenti parte del complesso sistema masticatorio, considerato come unità funzionale fisiologica, in cui sono integrati numerosi meccanismi che influiscono sul corretto funzionamento del sistema in toto, ovvero va sottolineato come anche i disturbi digestivi sono legati ad una masticazione scorretta dovuta ad un difetto di allineamento dei denti.

Ancora una volta la funzione più importante dell’apparato stomatognatico si dimostra ancora oggi quella di masticare!

ORTOPANTOMOGRAFIA O “PANORAMICA DENTALE (OPT)”

Cos’è? L’ortopantomografia (nota anche come radiografia panoramica delle arcate dentarie) è una tecnica radiografica che fornisce un’immagine dei denti , delle arcate dentarie, delle ossa mandibolari e mascellari, dei seni mascellari su un’unica pellicola radiografica. L’esame permette inoltre di eseguire delle specifiche radiografie delle articolazioni temporo mandibolari , vale a dire di quelle strutture con cui la mandibola entra in articolazione con l’ osso temporale permettendo i movimenti di apertura e di chiusura della bocca.

A cosa serve? È l’esame richiesto per avere una visualizzazione generale dello stato odontoiatrico del paziente e risulta molto utile per indagare eventuali carie, lesioni periapicali e tasche gengivali di relativa importanza.

Come si fa? La tecnica di esecuzione prevede che il paziente, in posizione eretta, venga interposto tra il tubo radiogeno ed il detettore; la testa verrà immobilizzata (attraverso un poggiamento ed un poggiafronte); verrà chiesto al paziente di mordere l’apposita scalanatura e di posizionare l’arcata dentaria superiore ed inferiore in parallelo; le mani verranno posizionate su due maniglie rigide per consentire al paziente di assumere una posizione definita a sciatore d’acqua portando i piedi in avanti ed il busto indietro. È molto importante tenere le spalla basse e rimanere immobili soprattutto con la lingua ed i denti; durante l’acquisizione l’apparecchio effettuerà una rotazione di 180° gradi attorno al paziente per formare un’immagine bidimensionale di entrambe le arcate dentarie. L’immagine prodotta verrà visualizzata su un monitor digitale e successivamente refertata in modo dettagliato e preciso dal medico radiologo.

Quanto tempo ci vuole? L’ortopantomografia (OPT) delle arcate dentarie superiori ed inferiori, dal posizionamento del paziente all’acquisizione della immagine, ha una durata di circa 10 minuti.

Ci sono delle controindicazioni nell’esecuzione dell’opt? La radiografia delle arcate dentarie superiori ed inferiori, considerato l’impiego di radiazioni ionizzanti (in ogni modo molto basse), è assolutamente sconsigliata per le donne in presunto o accertato stato di gravidanza ad eccezione che tale esame sia imprescindibile per salvaguardare lo stato di salute della donna e dopo aver sentito il parere del Radiologo e del Ginecologo. L’ OPT non è un esame invasivo e non richiede alcun tipo di preparazione.

Dove si può fare? Questa tecnica di indagine è disponibile in ambulatorio radiologico o odontoiatrico.

Perchè non tutti hanno i denti del giudizio?

Ad alcune persone crescono rapidamente e senza problemi, mentre altri con loro sono in difficoltà. Ci sono anche persone a quali non crescono mai. Perché è così e se abbiamo bisogno di denti del giudizio o no, leggete qui di seguito.

La storia di denti del giudizio

Per spiegare il fatto che alcune persone hanno i denti del giudizio, e alcuni no, dobbiamo tornare nel passato. Torneremo al tempo dei nostri antenati che erano cacciatori e mangiavano cibi più duri e tigliosi di quelli che mangiamo oggi. Con l’evoluzione e i cambiamenti nella nutrizione , il cranio umano, è quindi anche la mascella, con tempo è diventata più piccola. I denti non hanno seguito questo cambiamento evolutivo con la stessa velocità, cioè non sono diminuiti, quindi ora c’è meno spazio per loro nella mascella. In alcune persone c’è la mancanza di denti germinali, quindi i denti del giudizio non si sviluppano.

Da dove viene il nome „denti del giudizio“?

Questi denti hanno ottenuto il loro nome „denti del giudizio“ (la. Dens sapiens = „dente della saggezza“) perché crescono nella maggior parte alle persone tra 18 e 30 anni. Come si pensava in precedenza, una persona diventa adulta durante questo periodo di vita, quindi anche diventa più saggia.

Vengono chiamati anche “terzi molari” o “denti numero otto”  perché sono ottavi in bocca. Dovrebbero essercene 4, due in ciascuna mascella. Perché diciamo “dovrebbero essere”? Perché alcune persone ne hanno solo una, altre due o tre e alcune tutti quattro. Anche quando crescono, i denti del giudizio non devono crescere completamente. Possono crescere a metà e fermarsi. Ad alcune persone crescono da anni. Non esiste una regola.

COM’È FATTO UN DENTE?

Tutti conoscono l’importanza che i denti hanno per la propria salute e per la propria immagine, ma non tutti sanno però com’è fatto veramente un dente. Vediamo di capire meglio la struttura, la morfologia e l’anatomia dei denti.

Cos’è un dente?

denti si trovano all’interno di cavità ossee chiamate alveoli. Principalmente servono alla masticazione ma sono molto importanti anche per la funzione fonetica ed estetica.

I denti che compongono la nostra bocca hanno delle caratteristiche e dei nomi specifici. Ognuno di essi svolge una sua funzione ed ha una sua specifica collocazione. Le strutture ossee che li supportano sono le ossa mascellari. L’insieme dei denti alloggiati negli alveoli della mascella e della mandibola compongono le arcate dentali.

Il dente è ancorato all’osso alveolare tramite il legamento parodontale, un insieme di fibre elastiche che da un lato si inseriscono nel cemento e dall’altro nell’osso. Le gengive proteggono l’osso formando una barriera che impedisce il passaggio dei batteri.

Qual è la forma dei denti?

I denti non hanno tutti la stessa forma, ma variano a seconda della loro funzione. In base a ciò, ne esistono diversi tipi che sono così distribuiti per ogni arcata. In particolare nella dentatura da latte abbiamo:

  • incisivi
  • canini
  • 4 molari

denti permanenti invece sono così distribuiti:

  • incisivi
  • 2 canini
  • premolari
  • molari (compreso il dente del giudizio)

I canini e gli incisivi hanno la funzione di tagliare e staccare il cibo, mentre i molari e i premolari quella di triturare gli alimenti e formare il bolo che deve essere ingerito. In totale sono 32 denti, 16 nell’arcata superiore, 16 in quella inferiore.

Da cosa sono formati i denti?

Il dente è costituito da diversi tessuti:

  • Smalto: è l’elemento più duro del corpo umano, composto per il 96% da minerali e per il restante 4% da sostanze organiche. È un elemento traslucido che a contatto con i cibi acidi tende a dissolversi; per questo motivo deve essere protetto attraverso un’efficace e adeguata igiene orale. È l’elemento più esterno del dente nella parte della corona.
  • Dentina: è la sostanza che dà la colorazione ai denti. E’ un tessuto simile all’osso compatto, di colore giallastro. E’ composta per circa il 70% da materiale inorganico, per il restante 30% da materiale organico e acqua. E’ generata dagli odontoblasti, delle cellule contenute nella polpa.
  • Cemento: è uno strato sottile e resistente che protegge la radice del dente sotto le gengive. Forma delle fibre che servono ad ancorare il dente all’osso alveolare.
  • Polpa: è l’elemento che assicura la vitalità del dente. È un tessuto molle che comprende il nervo, i vasi sanguigni e altre cellule. Si trova all’interno della corona (polpa camerale) per poi proseguire lungo le radici (polpa radicolare) fino all’apice del dente.

All-On-4:

All-On-four è una tecnica di implantologia dentale usata in pazienti che hanno perso tutti i denti in una o entrambe le arcate. Consente la sostituzione dei denti e restituisce al paziente il sorriso.

Offre una soluzione fissa per una situazione in cui precedentemente erano disponibili solo le protesi mobili alle quali spesso i pazienti si adattavano con difficoltà.

Come suggerisce il nome, la tecnica prevede l’innesto di quattro impianti in diverse zone della mascella o della mandibola, dove è presente una quantità maggiore di osso. Sui quattro impianti viene fissata la protesi fissa, che ha un impatto minore rispetto alle protesi rimovibili convenzionali.

Mancanza totale dei denti

Quando si ha un problema di mancanza di denti, le dentiere tradizionali spesso non sono la soluzione ideale. In alcuni casi queste protesi dentali sono persino dolorose, fastidiose e instabili, e possono rendere difficile masticare e gustare quindi molti dei vostri cibi preferiti.

Protesi dentale completa All-on-4

La protesi dentale fissa All-on-4 è un’opzione di trattamento efficace: sostituisce i denti mancanti con un restauro completo che viene fissato con soli quattro impianti dentali. All-on-4® rende il trattamento più semplice e riduce la necessità di ricorrere a interventi più invasivi, come quelli per aumentare il volume dell’osso.

Cos’è un trattamento ALL-ON-FOUR?

Il concetto di All on 4 nasce dall’idea di trovare all’interno del cavo orale 4 punti di ancoraggio impiantare che garantiscano alla futura protesi stabilità ed una distribuzione ottimale delle forze che si generano durante la masticazione. Prevede dunque di riabilitare una intera arcata ancorandosi su soli 4 impianti.

Quando scegliere questa metodica?

Ad oggi è la soluzione preferita dai pazienti senza denti, o con le arcate gravemente compromesse per la minore invasività del trattamento ed il risparmio economico complessivo che comporta questa procedura. E’ inoltre possibile in molti casi effettuare le estrazioni degli ultimi denti compromessi, posizionare gli impianti e la protesi (dentiera) su di essi, effettuando dunque un carico immediato che permetterà al paziente di poter tornare a sorridere e masticare in una singola seduta.

Studio Odontoiatrico Bottino | all-on-4

Il Bruxismo:

Il Bruxismo è un’involontaria contrazione dei muscoli facciali normalmente utilizzati per masticare.
Questa contrazione porta a  digrignare i denti sfregando tra loro le due arcate dentarie oppure stringendo con forza eccessiva le mascelle.

Nella maggior parte dei casi, il bruxismo si verifica durante il sonno e, in conseguenza delle situazioni particolari che genera, può portare a soffrire di emicrania, causare dolori alla mandibola e più in generale causare un’usura anomala ed eccessiva dei denti.

Quali sono le cause del bruxismo?

Gli studi effettuati sulla patologia, non hanno portato a definire un’unica causa principale che possa generare il bruxismo.
Al contrario, spesso è il prodotto di una serie di fattori che, sommati tra loro portano al disturbo.

I principali sono:

  • Ansia
  • Stress
  • Problemi emotivi
  • Disturbi del sonno
  • Malocclusioni dentarie (cioè un allineamento non perfetto tra le due arcate)
  • Evoluzioni a livello muscolare di malattie neurodegenerative
  • Fumo
  • Alcol
  • Caffeina
  • Droghe

Quando presente a livello infantile, invece, può essere causato da un tentativo di alleviare il dolore causato da mal di denti od otiti.

Quali sono i sintomi del bruxismo?

  • Aumento della sensibilità dovuta alla perdita dello strato di smalto
  • Lesioni ed usura di uno o più denti
  • Dolori diffusi al capo (mascella, orecchie, testa, muscoli normalmente coinvolti nel processo di masticazione)

É possibile prevenire il bruxismo?

La prevenzione, in linea teorica, è molto semplice, ma richiede attenzione e forza di volontà. Vanno infatti ridotti tutti i potenziali fattori scatenanti:

  • Ridurre il livello di stress (a seconda della persona è consigliabile ascoltare musica, fare regolarmente attività fisica anche in maniera leggera, concedersi ogni tanto un bagno caldo, ecc. ecc.)
  • Ridurre il consumo di alcolici
  • Se possibile evitare di assumere dopo cena bevande contenenti caffeina (caffè, te)

La diagnosi

Una diagnosi preliminare può essere fatta dall’odontoiatra già durante la periodica visita di controllo dello stato di salute della bocca. In questa occasione verranno valutate l’usura dei denti, eventuali loro lesioni e la presenza di un’eccessiva sensibilità dei muscoli della mascella.

Qualora lo ritenga opportuno, l’odontoiatra potrà avvalersi di esami più specifici:

  • Ortopantomografia (più comunemente nota come panoramica), per valutare eventuali malocclusioni.
  • Polisonnografia un esame specialistico per verificare l’andamento del riposo notturno che viene eseguito da un medico esperto di Medicina e Igiene del sonno.

Il trattamento per il bruxismo

Il trattamento del bruxismo si distingue sostanzialmente in tre diverse aree:

  • Utilizzo di un bite (un paradenti specificamente realizzato sulla base dell’impronta dentale del paziente) da utilizzare durante il sonno per evitare lo sfregamento dei denti.
  • Utilizzo di tecniche di rilassamento, per i semplici casi di stress. In casi più gravi che vanno a intaccare la sfera emotiva/psicologica del paziente, è consigliabile il ricorso alla psicoterapia
  • Cure ortodontiche che vadano a correggere eventuali malocclusioni

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