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Tag: carie

Che cos’è l’ascesso dentale?

L’ascesso dentale è un accumulo di pus racchiuso nei tessuti che circondano la radice di un dente: gengiva, osso mandibolare o polpa dentale.

Cause e fattori di rischio dell’ascesso dentale

In primis le cause possono essere la scarsa igiene orale e la presenza di carie. Ma non sono le uniche… Un fattore di rischio può essere l’aver conseguito interventi dentali multipli non perfettamente riusciti.

Chi ha queste patologie è maggiormente incline all’ascesso dentale:

  • diabete
  • reflusso gastroesofageo
  • malattie che indeboliscono il sistema immunitario
  • fumo e alcolismo
  • chemioterapia e radioterapia
  • assunzione per lunghi periodi di farmaci corticosteroidi, antistaminici ed antipertensivi.

Tipologie di ascesso dentale

Esistono varie tipologie di ascesso dentale:

  • ascesso parodontale,provocato da un’infezione dell’apparato di sostegno del dente costituito da gengiva, osso alveolare di sostegno, cemento radicolare e legamenti;
  • ascesso periapicale in cui l’infezione è nella polpa del dente come conseguenza di carie gravemente complicata.
  • ascesso gengivale si sviluppa direttamente nella gengiva a causa di processi infettivi.

Sintomi dell’ascesso dentale

Oltre ad un dolore pulsante ed acuto, esistono altri sintomi che completano il quadro clinico e ci permettono di identificare l’insorgere di un ascesso dentale:

  • gengive gonfie, rosse e alcune volte sanguinolente
  • gonfiore del viso
  • intensità del dolore che aumenta alla palpazione
  • ipersensibilità dentinale
  • alitosi
  • tendenza alla caduta del dente
  • gonfiore dei linfonodi del collo
  • febbre

Nei casi più gravi, può causare uno spasmo muscolare della mandibola.

Cosa s’intende per dentiera?

La dentiera è una protesi dentaria rimovibile che rimpiazza denti della bocca che non ci sono più. Quando si parla di dentiera pertanto s’intende una protesi mobile.

La dentiera è costituita da due parti una parte rosa che simula la gengiva ed una parte bianca costituita dai denti protesici. Entrambi le parti sono fatte di resina acrilica anche se i denti talvolta possono anche essere in composito o in ceramica.

Dentiera fissa

Il termine dentiera fissa o protesi dentaria fissa sono dei termini impropri in quanto servono per indicare una protesi fissa. La protesi fissa viene cementata su denti naturali monconizzati (denti limati). Serve per rivestire un dente indebolito da una carie, da una devitalizzazione o per migliorane l’estetica (corone dentali). In alternativa alle corone dentali, per evitare di limare i denti naturali, si può ricorrere alle cosiddette faccette dentali.

La protesi fissa su denti naturali può servire anche per rimpiazzare alcuni denti perduti (ponti dentali).

La protesi fissa, in assenza di denti naturali, può essere realizzata anche su impianti dentali e può essere avvitata o cementata.

Dentiera classica (protesi mobile totale)

È il tipo di protesi dentaria più comune che le vecchie generazioni usavano togliere di notte per metterle nel bicchiere. Oggi le dentiere non sono più quelle di una volta sono molto più belle, più performanti, più stabili senza doverle togliere durante le ore notturne.

Ovviamente nonostante i miglioramenti dei materiali e delle tecniche con cui vengono prodotte le dentiere queste non possono sostituire la protesi fissa.

protesi dentarie mobili di ultima generazione

Perché mettere la dentiera (mobile)

L’assenza prolungata dei denti comporta un riassorbimento rapido delle ossa mandibolari e mascellari accentuando l’aspetto vecchieggiante come riportato nella foto sottostante.

dentiera

Non masticare il cibo comporta problemi digestivi che con il tempo potrebbero diventare gravi con forti ripercussioni sullo stato di salute generale. Inoltre, le relazioni sociali di un individuo senza denti diventano pessime creando un’inevitabile isolamento sociale con ripercussioni sulla salute psicologica dell’individuo.

I vantaggi della dentiera

Rapidità. È una protesi che può essere realizzata in poche settimane.

Economicità. È davvero la protesi più economica che c’è sul mercato odontoiatrico (anche se la più difficile da realizzare).

Ottima igiene. Essendo la dentiera una protesi rimovibile questa può essere spazzolata e lavata nei migliori dei modi al di fuori del cavo orale in un luogo intimo e appartato.

Gli svantaggi della dentiera

Basculamenti. La dentiera può muoversi durante alcune movimenti estremi come quelli che si producono durante lo sbadiglio o quando si grida eccessivamente. Inoltre, soprattutto quando l’osso di supporto alle gengive è scarso ci potrebbero essere dei movimenti anche durante la masticazione.

Riempimento (ribasatura). Poiché fisiologicamente si riassorbe e quindi si modifica periodicamente la dentiera deve essere riempita con nuovo materiale in modo da dare nuova stabilità.

Sostituzione dei denti. Con il tempo i denti in resina acrilica della dentiera si consumano e cambiano di colore. Per avere sempre una buona estetica e per dare stabilità e continuità alla funzione masticatoria dopo alcuni anni i denti dovrebbero essere sostituiti.

Ecco alcuni consigli per abituarsi alla nuova dentiera

Se non si è già stati portatori di dentiera abituarsi comporta un ragionevole periodo di tempo. Vi diamo alcuni suggerimenti per ridurre questa fase intermedia.

Masticazione: iniziare a masticare scegliendo cibi morbidi evitando sostanze dure o appiccicose. Meglio all’inizio tagliare il cibo in piccoli pezzi; non addentare ma mordere con accortezza; masticare lentamente, e utilizzando contemporaneamente i denti posteriori di sinistra e di destra.

Conversazione.  Leggere, quando si è da soli, ad alta voce una rivista o un libro. Fate in modo che le labbra, le guance e la lingua si adattino al nuovo volume dato dalla dentiera appena indossata

Adesivi dentari. Gli adesivi per dentiera possono aiutare il paziente ad abituarsi alla nuova protesi ma è sempre meglio usarne pochissimo per evitare dipendenza.

Pulizia della dentiera

Pulire la dentiera con uno spazzolino e un prodotto apposito comprato in farmacia o al supermercato per evitare che i residui di cibo possano creare le condizioni ideali per la moltiplicazione di batteri che possono infiammare le gengive e/o conferire al proprio alito un cattivo odore.

Se si ha del tempo per rimanere da soli senza protesi si consiglia di usare le compresse effervescenti igienizzanti; queste vanno sciolte in un apposito contenitore all’interno del quale va inserita la dentiera per circa 15-20 minuti. Dopo di che le protesi vanno risciacquate sotto acqua corrente e indossate.

LA FIGURA DELL’IGIENISTA DENTALE

Di Giulia Quartapelle

La figura dell’Igienista Dentale in Italia nasce nel 1976 con un corso di due anni sovvenzionato dalla Regione Molise, corso che non riesce a ottenere alcun riconoscimento giuridico. Nel 1978 l’Università di Bari istituisce la prima Scuola Diretta a Fini Speciali per Igienista Dentale, che dà l’avvio alla ricerca del riconoscimento della professione da parte delle Istituzioni nazionali. Nel 1988 viene istituita ad Ancona la I° Scuola Regionale per Igienisti Dentali. Nel 1989 anche l’Università di Bologna istituisce la Scuola Diretta a Fini Speciali per Igienista Dentale. Con il Decreto Ministeriale del 24 luglio 1996 sono istituiti i Corsi di Diploma Universitario (CDU) dell’area sanitaria, triennali, che sostituiscono le Scuole Dirette a Fini Speciali. Fra questi, il CDU per Igienista Dentale. Con il Decreto interministeriale del 3 novembre 1999 n. 509 (G.U. n. 2 del 4 gennaio 2000) è prevista la trasformazione dei Diplomi universitari triennali dell’area sanitaria in Lauree di primo livello. Nel 2018, con i Decreto Lorenzin, viene istituito l’albo professionale delle professioni sanitarie che fino a quel momento non era previsto.

Ma di cosa si occupa l’igienista dentale?

L’Igienista Dentale è l’operatore sanitario che, in possesso del titolo di studio abilitante alla professione, si occupa della prevenzione delle affezioni oro-dentali su indicazione degli odontoiatri o dei medici chirurghi abilitati alla professione di odontoiatria. Nello specifico, il compito principale di un’Igienista Dentale è quello di occuparsi di prevenzione, ossia di quella branca della medicina che cerca di agire prima che le malattie producano un effetto o un danno permanente.

In che modo l’igienista dentale mette in atto la prevenzione?

L’igienista dentale è al servizio del proprio paziente con empatia e manualità in ambito assistenziale e terapeutico. È un professionista dotato di sensibilità e passione per il contatto con il pubblico: oltre a curare direttamente il cavo orale del paziente, infatti, ha il compito di instaurare con lui un dialogo sereno e comprensivo circa pratiche di salute orale e prevenzione.

Tra i vari compiti che l’igienista dentale svolge all’interno dello studio odontoiatrico ci sono:

  • scaling and root planing o levigatura radicolare – curettage; (pulizia a fondo delle tasche gengivali);
  • rilevazione dei parametri biometrici del parodonto;
  • collaborazione nella compilazione della cartella clinica a fini diagnostici e statistici;
  • istruzione sulle varie metodiche di igiene orale;
  • utilizzo di mezzi diagnostici idonei ad evidenziare la placca batterica (rilevatori di placca vitale);
  • rimozione (meccanica o manuale) di placca batterica e tartaro dalle superfici dentali e implantari;
  • polishing (lucidatura) delle superfici dentali;
  • lucidatura e levigatura restauri conservativi (otturazioni in amalgama e composito);
  • lucidatura e levigatura restauri protesici fissi e mobili;
  • fornire consigli per una corretta alimentazione ai fini della tutela della salute dentale;
  • esecuzione di manovre di profilassi del cavo orale, quali applicazioni topiche di fluoro, agenti rimineralizzanti, sigillature dei solchi, applicazione topica di gel desensibilizzanti;
  • prescrizione di collutori;
  • prescrizione di fluoroprofilassi topica domiciliare;
  • prescrizione di probiotici orali da banco per equilibrare la flora batterica orale;
  • sbiancamento dentale a fini estetici;
  • aiutare il paziente a superare le paure alle cure dentali;
  • fidelizzare il paziente allo studio dentistico con i richiami di igiene regolare;
  • sensibilizzare il paziente all’importanza delle cure medico dentistiche.

Come faccio a sapere se il/la mio/a igienista è abilitato?

Dal 2018, con l’istituzione dell’Ordine che raggruppa diverse professioni sanitarie, è possibile verificare se chi si prende cura della nostra salute orale, ha le competenze ed i titoli necessari per poterlo fare. È sufficiente collegarsi al seguente indirizzo ed effettuare la ricerca inserendo il nome, il cognome e la provincia: https://webiscritti.tsrmweb.it/Public/RicercaIscritti.aspx

Lavarsi i denti fuori casa ….

Spesso, quando ricordiamo ai nostri pazienti l’importanza dell’igiene orale costante durante il giorno, soprattutto dopo i pasti, ci chiedono come lavare denti fuori casa. Perché è facile rispettare le regole quando sei a un passo dal bagno con tutti i tuoi strumenti personali. Ma cosa accade quando devi lavarti i denti al lavoro? O quando sei in viaggio?

Nessun problema, è possibile risolvere ogni situazione nel miglior modo possibile. Oggi i. Nostri presidi domiciliari sono molto poco voluminosi, e quindi facilmente trasportabili, altrimenti esistono diversi kit da viaggio per ligiene orale e prodotti pensati per essere sempre al fianco di chi vuole curare la pulizia dello smalto anche quando non ha a disposizione il proprio spazzolino. Per continuare ad avere una buona igiene orale  e combattere la carie.

Quando conviene lavare i denti?

Anche quando si lavora fuori casa, o per i più piccoli si frequenta la mensa della scuola, le regole non cambiano: dobbiamo lavare i denti dopo ogni pasto. Per questo motivo è molto importante avere con sé tutto il necessario per prendersi cura dell’igiene orale fuori casa.

Come lavarsi i denti in ufficio

La soluzione migliore, in questi casi, è avere uno spazio nel bagno del personale che puoi riservare a spazzolino, dentifricio, lo scovolino e il filo interdentale. Molti uffici mettono a disposizione dei dipendenti un’area riservata: in questo modo non cambia niente rispetto alle tue abitudini casalinghe. Come fare in questi casi? Semplice, acquisti un kit da viaggio, con le caratteristiche consigliate dal tuo dentista.

Curare l’igiene orale in viaggio

Per chi si sposta spesso e ha bisogno di lavarsi i denti in stazioni, aeroporti e stazioni di servizio non c’è nulla di meglio del già citato kit da viaggio. Può capitare, però, di ritrovarsi in hotel e scoprire che nella valigia manca l’occorrente. Come fare? Basta ricordare che spesso le portinerie danno dei set che comprendono spazzolino e dentifricio. Possono bastare per lavare i denti prima di andare a dormire e al risveglio, subito dopo puoi comprare tutto ciò che ti serve in una qualsiasi farmacia.

Gomme da masticare: aiutano?

Situazione d’emergenza: non hai la possibilità di usare tutto il necessario per lavare i denti. Manca tutto? Acquista e mastica gomme allo xilitolo, aiutano a combattere i batteri che causano la carie .

LO SCOVOLINO E COME USARLO :

Lo scovolino per denti non è altro che uno spazzolino interdentale che rende più facile la pulizia tra un dente e l’altro. Includerlo nella propria routine aiuterà a mantenere la bocca sana e a prevenire le infiammazioni. Lo scovolino può essere utilizzato anche per la pulizia di apparecchi odontoiatrici e di impianti dentali.

Lo spazzolino classico raggiunge solo il 60% della superficie dentale. La placca dentale causata dagli avanzi di cibo, si accumula proprio in quelle zone più difficili da raggiungere dallo spazzolino. Lo scovolino è in grado di rendere più completa la pulizia e, di conseguenza, di eliminare più placca oltre che evitare futuri problemi di tartaro.

Scegliere la giusta misura

Per avere il miglior risultato possibile è necessario scegliere la giusta misura dello scovolino per denti. Molto probabilmente avrai bisogno di misure differenti in base agli spazi interessati. Il dentista potrà aiutarti nella scelta. È possibile anche acquistare delle confezioni in cui sono presenti più dimensioni per trovare quella più adatta alle proprie esigenza.

Come si utilizza lo scovolino?

È necessario utilizzare lo scovolino una volta al giorno, preferibilmente la sera. Occorre spostarlo avanti e indietro alcune volte per ogni spazio interdentale.

Esistono dei dentifrici specifici da utilizzare con questo tipo di spazzolino. Quelli classici infatti contengono sostanze abrasive che possono essere dannose. Lo scovolino andrebbe cambiato come un normale spazzolino. Ovvero quando le setole risultano rovinate.

Perché utilizzare lo scovolino per denti?

L’utilizzo dello scovolino contribuisce ad un’accurata pulizia dei denti e aiuta le gengive a rimanere sane. Il cibo e la placca che si forma tra un dente e l’altro portano ad una situazione degenerativa.

Tra i denti si nasconde il 40% della superficie totale, ma qui risiede il l’80% dei problemi. Pulendo questa parte aiuta a prevenire malattia gengivali e carie dentali. La maggior parte delle radiografie vengono fatte per verificare la presenza di carie in queste aree nascoste. Lo scovolino non solo previeni le carie, ma anche malattie più gravi ad ossa e gengive.

Scovolino e filo interdentale

La maggior parte delle persone non utilizza il filo interdentale , Solitamente il problema è la difficoltà nell’utilizzo e la scomodità. Ciononostante si tratta di un ottimo metodo per la pulizia interdentale. Se già si utilizza il filo sarebbe meglio continuare ad utilizzarlo. Il problema è che solitamente i denti posteriori sono quelli più soggetti a malattie e carie . Lo scovolino per denti è molto più comodo da utilizzare in questi punti. Questo si può passare tra i denti con una sola mano e lo rende molto più pratico. Grazie a questi punti a favore è molto più probabile che una persona utilizzi lo scovolino rispetto al filo interdentale.

Un altro vantaggio dello spazzolino interdentale è la sua flessibilità. Il filo ha qualche limitazione in quanto forma una linea retta. Le setole dello spazzolino invece non hanno questo problema.

Gengive sanguinanti

Quando si inizia ad utilizzare lo scovolino per denti è possibile che le gengive inizino a sanguinare. Non si tratta di una cosa di cui preoccuparsi. Solitamente si tratta di un’infiammazione preesistente che provoca l’indebolimento dei vasi sanguigni. Questa è dovuta alla placca che non è stata rimossa a causa di un’igiene orale poco adeguata. Una volta rimossa la placca la gengiva guarirà e non sanguinerà più. Se però quest’ultimo persiste è consigliato andare dal dentista per scoprire la causa e risolvere il problema.

Pedodonzia :

La pedodonzia è l’odontoiatria pediatrica e si rivolge ai bambini in età evolutiva, dalla nascita fino all’adolescenza. È importante infatti curare la salute orale fini dai primi anni di vita, per favorire uno sviluppo ottimale dei denti, nella corretta posizione, e prevenire la formazione di carie, che possono interessare anche i denti da latte.
I piccoli pazienti svolgono la visita accompagnati dai genitori in modo da condividere con loro alcune informazioni e indicazioni utili riguardanti ad esempio la corretta alimentazione e l’igiene orale del bambino, l’uso di ciuccio e biberon, la somministrazione del fluoro, ecc.

I trattamenti più svolti sono infatti di natura preventiva e sono:

Fluoroprofilassi:

Prevede l’applicazione professionale di fluoro sui denti che, andando a rafforzare lo smalto e rendendolo più resistente alle sostanze che possono intaccarlo, permette di prevenire la formazione della carie. La fluoroprofilassi è dunque un’importante forma di prevenzione attraverso un minerale che protegge lo smalto dalla placca batterica. Il fluoro previene la formazione di cavità cariose favorendo la remineralizzazione dello smalto.

Sigillatura dei solchi:

Anche in questo caso si tratta di una tecnica di prevenzione della carie che però consiste nel rendere inaccessibili le superfici dentarie all’impianto dei batteri che sono i responsabili dell’insorgere della patologia. Per fare ciò si procede alla chiusura delle irregolarità dello smalto presenti principalmente nella parte superiore dei molari.

Intarsio dentale: un particolare trattamento di ricostruzione del dente

Intarsio: significato del termine

In odontoiatria conservativa l’intarsio dentale è un restauro conservativo indiretto che si realizza nei casi di denti che subiscono una perdita importante di tessuto duro, causata da una carie o anche da eventi traumatici come piccole fratture (che possono verificarsi anche con un ripetitivo sfregamento dovuto al bruxismo). Vi si può ricorrere anche tutte le volte in cui si decide di sostituire una vecchia otturazione in amalgama con materiali migliori, sia per durevolezza che per estetica.

L’intarsio dentale consiste in una sorta di “tassello” realizzato su misura in laboratorio che chiude perfettamente sul dente, come fanno due pezzi di Lego che si incastrano in maniera precisa tra loro. Possiamo considerarlo a tutti gli effetti come un trattamento di ricostruzione del dente.

Gli intarsi dentali sono estremamente indicati nei casi di processi cariosi estesi, ma in cui parte del dente è ancora conservata (vengono installati come intervento protesico su un dente che è stato sottoposto a terapia canalare, in seguito ad una pulpite irreversibile). In questi casi, la ricostruzione del dente con un’otturazione diretta sarebbe poco predicibile a causa delle dimensioni della ricostruzione stessa, mentre una corona dentale risulterebbe troppo demolitiva nei confronti della porzione di dente rimasta sana.

Grazie all’intarsio è possibile proteggere il dente da future problematiche, rendendolo migliore non solo alla vista, ma contribuendo a dare maggior funzionalità alla masticazione.

Fasi dell’intarsio dentale

Gli intarsi dentali vengono eseguiti in sinergia con il laboratorio, e permettono di recuperare un dente donandogli una ricostruzione che ha ottima durata, perfetta resa estetica, e predicibilità di funzionamento.

Generalmente sono richiesti solo due appuntamenti per la realizzazione di un intarsio al denteLe fasi cliniche invece sono:

  1. rimozione del processo carioso e preparazione del dente;
  2. rilevazione dell’impronta e del colore, consegna al laboratorio e sviluppo del modello principale di lavoro;
  3. prova in sito e dei contatti interdentali, e se tutto va bene, immediata cementazione con materiale adesivo;
  4. rifinitura del restauro, controllo dei contatti occlusali e lucidatura

Queste fasi sono rispettate qualunque sia il materiale di realizzazione dell’intarsio dentale. E’ importante notare che gli intarsi vanno cementati con materiali specifici e protocolli rigorosi; come in tutta l’odontoiatria adesiva, infatti, anche nel caso degli intarsi è essenziale che la cementazione avvenga in assenza di fluidi salivari e/o ematici, che il campo operatorio sia isolato con diga di gomma e che il tessuto dentario cariato e/o sottominato venga rimosso accuratamente. La preparazione del dente e la cementazione dell’intarsio non provocano fastidi, ovviamente vengono effettuati in anestesia locale, e sono procedure veloci, altamente predicibile, e soprattutto precise grazie al fatto che l’intarsio viene costruito in laboratorio in condizioni relativamente ideali.

I materiali più comunemente utilizzati per gli intarsi dentali sono il composito polimerizzato in laboratorio e la ceramica.

Sia gli intarsi in composito che gli intarsi in ceramica si caratterizzano per l’elevata biocompatibilità, la predicibilità di successo, l’estetica dentale e la notevole durata (stimata in 10-15 anni). Il clinico andrà a preferire un materiale o l’altro in base alle caratteristiche del dente da trattare, dei suoi antagonisti e delle necessità del paziente.

Le 10 curiosità che (forse) non sapevi sui denti!

  • Lo smalto dentale che ricopre i nostri denti è il tessuto più duro dell’organismo è secondo solo dopo al diamante.
  • In media il tempo impiegato da ogni persona per lavarsi i denti nell’arco della vita è di 40 giorni.
  • Un cubetto di formaggio dopo il pranzo, aiuta a prevenire le carie. Perché vi domanderete? Questo procedimento si attua soprattutto dopo aver mangiato cibi acidi, il formaggio rende la saliva più alcalina, diminuendo così l’erosione dentale e il rischio di carie.
  • Il dente più costoso? Sicuramente il dente di Isaac Newton! Infatti agli inizi del 1800 è stato venduto a Londra per una cifra che oggi corrisponderebbe a più di 35.000 dollari.
  • L’igiene dentale ha origini antichissime, infatti i primi antenati del dentifricio risalgono a quasi 5.000 anni fa, così come i primi spazzolini da denti.
  • La seduta dal dentista può essere meno dolorosa se coniugata a delle sedute di agopuntura, in grado di risolvere diversi disturbi muscolari e articolari oltre che stati d’ansia e attacchi di panico.
  • Il popolo Inca la sapeva lunga sul mal di denti. Un buon rimedio era masticare una pianta tropicale chiamata “Alcamella”, nota anche con il nome di “Crescione di Para”, oggetto di studio delle maggiori case farmaceutiche.
  • Dove si può visitare un museo dentale? Sicuramente a Londra al “British Dental Association Museum”. A Torino invece si trova il Museo di Odontoiatria dell’Università  degli Studi di Torino, mentre a Lione si può visitare il Musèe de Chirurgie Dentarie. La lista sarebbe ancora lunga, ma questi sono i 3 principali!
  • Quando nascono i denti? Nonostante la dentizione nei neonati cominci a manifestarsi solo dopo il sesto mese di vita, in realtà i denti cominciano a formarsi nel feto già intorno alla dodicesima settimana di gravidanza.
  • Ultima curiosità, riguarda la protettrice dei dentisti. Secondo la tradizione, tra i martiri cristiani la patrona dei dentisti è: Santa Apollonia, la quale per non rinunciare alla propria fede subì diverse torture, tra cui l’estrapolazione dei denti con le tenaglie. La ricorrenza in cui si festeggia questa ricorrenza cade il 9 Febbraio.

GLI IMPIANTI DENTALI , TUTTO CiO’ CHE C’ E’ DA SAPERE :

  1. Cos’è l’implantologia?
  2. Cos’è un impianto dentale?
  3. Cos’è il carico immediato?
  4. Quando si mette l’impianto dentale?
  5. Come si svolge un intervento di implantologia?
  6. Proverò dolore dopo l’intervento?
  7. A quale età ci si può sottoporre all’intervento?
  8. Quali sono le controindicazioni?

Cos’è l’implantologia?

L’implantologia  è un ramo dell’odontoiatria che tratta specificamente della sostituzione di elementi dentari mancanti tramite gli impianti dentali.

È una specializzazione abbastanza recente: fino a pochi anni fa la soluzione adottata per risolvere la mancanza dei denti era fondamentalmente il ricorso a protesi dentali, come ponti o dentiere.

L’implantologia è sicuramente una soluzione più efficace nel lungo periodo, che difficilmente porterà fastidi, al contrario delle protesi mobili.

2. Cos’è un impianto dentale?

L’impianto è una radice artificiale in titanio che viene ancorata all’osso e che funziona come supporto a singoli denti, a gruppi di denti o per una protesi completa.

3. Cos’è il carico immediato?

Per implantologia a carico immediato intendiamo i casi in cui è possibile posizionare sia l’impianto (ovvero la vite che viene inserita nella mascella o nella mandibola) che il manufatto protesico (ossia il dente artificiale) nella stessa seduta. Solitamente, invece, tra la collocazione dell’impianto e l’applicazione del carico si deve attendere dalle 4 alle 12 settimane.

Spesso erroneamente si crede che si possa andare dal dentista ed inserire impianti e protesi a carico immediato in poche ore, ma questo risulta impossibile poiché sono sempre necessarie diverse sedute per la realizzazione della protesi e per la pianificazione dell’intervento.

4. Quando si mette l’impianto dentale?

Si inserisce un impianto dentale nel momento in cui il dente è già caduto o nei casi in cui i pazienti presentano carie profonde, devitalizzazioni o danni parodontali gravi e non si può agire per salvare il dente naturale.

Quando è possibile, è sempre meglio mantenere il proprio dente, il quale possedendo intorno il legamento parodontale, oltre a fornirci una sensibilità maggiore quando mangiamo, impedisce la perdita di osso intorno ad esso. Perdita che invece avviene e prosegue negli anni quando inseriamo un impianto.

5. Come si svolge un intervento di implantologia?

  • Prima dell’intervento il paziente deve seguire una terapia con antibiotici e antinfiammatori per annullare la possibilità di infezioni.
  • L’intervento viene svolto in anestesia locale e dura circa 30 minuti. Non si tratta di un processo doloroso, ma per i pazienti odontofobici è possibile ricorrere alla sedazione cosciente.
  • Dopo alcuni giorni si procede alla rimozione dei punti.
  • Si passa poi alla fase protesica dopo 3 mesi per l’arcata superiore e un mese e mezzo per l’arcata inferiore, periodo in cui l’osso maturerà intorno all’impianto.

6. Proverò dolore dopo l’intervento?

Durante la fase di guarigione può capitare di provare un lieve dolore che può essere tenuto sotto controllo con comuni antinfiammatori ed antidolorifici.

7. A quale età ci si può sottoporre all’intervento?

Fondamentalmente a tutti i pazienti può essere applicato un impianto dentale; sarà comunque l’odontoiatra a valutare caso per caso e a suggerire altre alternative che ritiene più valide.

L’età non è un fattore incidente, tranne quando si tratta di adolescenti perché in questo caso è necessario aspettare che lo sviluppo osseo sia completo.

8. Quali sono le controindicazioni?

Le controindicazioni all’intervento sono ridotte e prima di effettuare l’intervento infatti, il paziente viene esaminato in modo da capire nello specifico quali e quanti impianti dentali possono essere inseriti. Grazie all’utilizzo di Tac e Panoramiche per la diagnostica direttamente in studio ,  la DENTAL ONE garantisce  un elevato tasso di successo dell’intervento.

OTTURAZIONE

Che cos’ è? E’ una tecnica che consiste nel riempimento della cavità chesi viene a formare all’interno di un dente in seguito alla rimozione del tessuto dentale cariato.

Quali tipologie di otturazioni esistono? L’otturazione più diffusa è quella in composito. Generalmente, si sceglie questo materiale perché permette di realizzare l’otturazione nello stesso colore del dente naturale. Questo tipo di materiale è composto da particelle di resina composita e viene inserito nella cavità del dente subito dopo la rimozione del tessuto cariato. Un’altra tecnica utilizzata, in caso di carie molto estese, è l’intarsio. L’intarsio è costituito da materiale biocompatibile di elevato pregio estetico oltre ad essere maggiormente resistente nel tempo.

Quali sono le fasi per fare un’otturazione? Si procede con l’anestesia locale al dente cariato, in modo da non provocare dolore al paziente durante l’operazione, e si attendono alcuni minuti per dare tempo all’anestetico di fare effetto, si elimina la carie con l’apposita strumentazione e lo spazio creato all’interno del dente viene quindi riempito con il materiale scelto dal dentista.

Quanto tempo ci vuole per fare un’otturazione? In genere, se si tratta di una carie di piccole dimensioni, basta un’otturazione semplice con un intervento che può variare dai 20 ai 60 minuti di durata. Se invece la carie ha già intaccato il dente più in profondità, l’intervento può richiedere più tempo.

E’ doloroso eseguire un’otturazione? L’intervento viene praticato normalmente in anestesia locale e non è particolarmente doloroso.

A chi affidarsi per una corretta otturazione dei denti? Dal momento che il processo cariogeno può essere causa indiretta di patologie anche gravi e legate a diverse parti dell’organismo, è necessario scegliere con attenzione la struttura a cui rivolgersi. È quindi consigliabile selezionare strutture odontoiatriche che si distinguono per la presenza di specialisti qualificati, tecnici esperti, tecnologie all’avanguardia e soprattutto un approccio a 360 gradi allo stato di benessere del paziente. Gli studi odontoiatri Dental One sono esclusivamente dedicati alla cura della salute orale per pazienti di ogni età e uniscono l’altissimo livello di specializzazione alla collaborazione integrata con tutte le altre unità.

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