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Tag: composito

RICOSTRUZIONE ESTETICA IN COMPOSITO:

Presentiamo di seguito un caso di ricostruzione estetica di un incisivo laterale:

La paziente si è presentata presso i nostri studi con un evidente inestetismo dentale, evidenziando la necessità di risolvere il problema.

Non potendo trattare l’elemento protesicamente  si è optato per la ricostruzione in composito. Il lavoro eseguito, di carattere altamente estetico, ha permesso alla nostra paziente di mantenere una corretta e funzionale occlusione, donando al dente un visibile miglioramento estetico.

prima
dopo

Le ricostruzioni estetiche in composito sono indicate, infatti, per: migliorare il colore dei denti (denti gialli, denti scuri, denti macchiati) migliorare le forme dei denti (denti storti, denti fratturati) allineare la posizione dei denti.

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Genova

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genova@dentalone.it 010.9912857 329.7535205

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La ricostruzione con perni dei denti “devitalizzati”

Quando un dente viene trattato endodonticamente (devitalizzato) le sue caratteristiche cambiano. Mutano le caratteristiche:

  •  fisico-chimiche (il dente si disidrata, cambia la struttura di  alcune molecole proteiche che lo costituiscono)
  •  biologiche (il dente non ha più terminazioni nervose al suo interno)
  • meccaniche (il sacrificio di sostanza dentale per accedere all’interno del dente stesso lo indebolisce).

La ricostruzione del dente trattato endodonticamente diviene quindi un importante completamento della cura endodontica che ha  come fine ultimo quello di preservare il dente stesso e la sua funzione. Di tutti i fattori che portano ad un indebolimento del dente trattato endodonticamente, sicuramente il più importante è la quantità di tessuto dentale che viene sacrificata perché compromessa dalla carie o per poter accedere alla camera pulpare ed eseguire la terapia endodontica. Una particolare importanza, a questo riguardo, va data alla zona marginale della corona del dente, cioè la zona più vicina alla gengiva, la cui persistenza consente di sfruttare il cosiddetto effetto ferula nella ricostruzione dentale. L’ideale sarebbe poter utilizzare materiali che fossero completamente biomimetici rispetto al dente, cioè avessero le stesse qualità fisiche e meccaniche di ciascuna delle diverse parti del dente che sono andate perse. Rispetto ad alcuni anni fa, quando la merceologia offriva materiali meno sofisticati, si sono fatti passi da gigante dovuti specialmente alle nuove tecniche adesive ed alla introduzione di materiali compositi molto performanti.

Ricostruzione con perni endocanalari

Quando il tessuto dentale residuo è scarso si ricorre al posizionamento di un perno endocanalare, la cui principale funzione è sostenere il restauro coronale sfruttando la ritenzione garantita dal suo inserimento nei canali radicolari. Poiché anche il posizionamento di un perno endocanalare non è scevro da rischi, si ritiene che vi sia un’indicazione al suo utilizzo quando siano residuate meno di 2 pareti dentali assiali valide. Una parete assiale dentale è valida se alta almeno 2 mm e spessa almeno 1mm. Ovviamente è il clinico che valuta da caso a caso in base alle forze della masticazione, alla qualità del resto della dentatura, al tipo di ricostruzione dentale progettata, se sia il caso o no di utilizzare un perno. Le caratteristiche ideali del perno endocanalare dovrebbero essere: trasferire gli stress della masticazione a tutta la sostanza della radice dentale, conferire rigidità alla ricostruzione per contrastare le forze flettenti che agiscono sulla corona del dente. Il perno endocanalare dovrebbe aderire perfettamente alla dentina radicolare e consentire il massimo risparmio di sostanza dentale per non infragilire il dente.

Perni: materiali utilizzati

Fino ad oggi, molto spesso sono stati utilizzati perni in lega aurea prodotti in laboratorio o perni in acciaio del commercio od addirittura viti endocanalari. Negli ultimi anni sono stati introdotti perni indiretti in carbonio rinforzati con fibre. La struttura di questi perni è costituita da fibre di carbonio allineate longitudinalmente unite solidamente da una matrice di resina epossidica. Sono dotati di un’elevata resistenza tensile ed alla fatica. Questi perni dimostrano di avere buona resistenza, assenza di corrosione, maggior elasticità rispetto ai perni in metallo e conferiscono una miglior distribuzione dello stress sulle pareti delle radici. Una delle caratteristiche che consigliano la scelta di questo tipo di perni rispetto ai perni fusi prodotti in laboratorio è che per il loro posizionamento in sede intracanalare è necessario un sacrificio di sostanza radicolare pari alla metà di quello necessario per i primi. Ciò riduce di molto il rischio di fratture radicolari. Inoltre il trattamento risulta essere rapido ed economico, come mostrato dal filmato: non c’è necessità di eseguire impronte o ricorrere all’aiuto di un laboratorio odontotecnico. Nei casi estetici è possibile utilizzare una variante bianca di questi perni che si mimetizza molto bene nel contesto dentale. Controindicazione all’uso di questi perni è la mancanza di un buon effetto ferula (quando manca il tessuto dentale al colletto), perché potendo flettersi maggiormente sotto i carichi masticatori, risulta più facile la loro decementazione  dalla radice; inoltre sono controindicati nei denti molto piccoli(incisivi inferiori  per esempio) perché non possono supportare ricostruzioni adeguate. In questi casi si preferiscono ancora i perni fusi in oro.

Applicazione dei perni

Il posizionamento del perno in fibra presuppone la preparazione di un adeguato alloggiamento nella radice dentale. Questo avviene a mezzo di frese adatte calibrate come si vede nel filmato. La preparazione deve limitarsi a circa la metà della lunghezza radicolare, preservando almeno 4 – 5 mm di guttaperca all’apice radicolare per garantire il sigillo apicale della cura endodontica. I perni hanno forma conica proprio per rispettare le parti più profonde e sottili delle radici. I perni vengono cementati con cementi resinosi le cui qualità adesive vengono ottimizzate da procedure corrette di condizionamento dentinale. Ciò significa che è  necessaria un’ottima detersione dello spazio radicolare dove  si inserirà il perno, la sua mordenzatura, la disattivazione mediante lavaggio con clorexidina degli enzimi collagenolitici che possono compromettere nel tempo la stabilità del legame adesivo. Sono necessari il trattamento con primer dentinale e l’uso di un cemento duale cioè che polimerizzi sia grazie alla  fotopolimerizzazione che grazie all’autopolimerizzazione dato che la luce alogena non penetra la cavità radicolare. Anche l’inserimento del cemento nella cavità non è scevro da rischi, specie per la possibile formazione di vuoti che esitano in una cementazione incompleta. Ancora una volta è evidente che anche una procedura routinaria della pratica clinica odontoiatrica necessita di approfondite conoscenze e capacità valutative a 360° per fornire il meglio ai nostri pazienti. Per maggiori informazioni sulla ricostruzione con perni contattate uno dei nostri studi DENTAL ONE e riceverete tutte le risposte!

Le Amalgame (dette otturazioni grigie o piombature)

L’amalgama dentale è una miscela di mercurio (~ 50% del contenuto totale), argento (~22-32%), stagno (~11-14%), rame (~ 6-9%), zinco (~2%).
I meccanismi dell’azione nociva del mercurio rilasciato dagli amalgami dentali possono essere i seguenti:

  • allergologici
  • sensibilizzazione immunitaria ad orologeria
  • immunotossicologici
  • elettrogalvanici
  • tossici (dovuti alla metilazione che avviene nel tempo del mercurio elementare in mercurio metilato)

In Dental One offriamo piani terapeutici per favorire la sostituzione delle vecchie otturazioni in amalgama con otturazioni in composito,

Le otturazioni in amalgama sono sostituite con otturazioni bianche o con intarsi in materiale composito dello stesso colore del dente naturale: questi materiali di ultima generazione sono dotati di ottime caratteristiche biologiche e meccaniche, prive di metalli e impurità e quindi assolutamente inerti e biocompatibili

Intarsio dentale: un particolare trattamento di ricostruzione del dente

Intarsio: significato del termine

In odontoiatria conservativa l’intarsio dentale è un restauro conservativo indiretto che si realizza nei casi di denti che subiscono una perdita importante di tessuto duro, causata da una carie o anche da eventi traumatici come piccole fratture (che possono verificarsi anche con un ripetitivo sfregamento dovuto al bruxismo). Vi si può ricorrere anche tutte le volte in cui si decide di sostituire una vecchia otturazione in amalgama con materiali migliori, sia per durevolezza che per estetica.

L’intarsio dentale consiste in una sorta di “tassello” realizzato su misura in laboratorio che chiude perfettamente sul dente, come fanno due pezzi di Lego che si incastrano in maniera precisa tra loro. Possiamo considerarlo a tutti gli effetti come un trattamento di ricostruzione del dente.

Gli intarsi dentali sono estremamente indicati nei casi di processi cariosi estesi, ma in cui parte del dente è ancora conservata (vengono installati come intervento protesico su un dente che è stato sottoposto a terapia canalare, in seguito ad una pulpite irreversibile). In questi casi, la ricostruzione del dente con un’otturazione diretta sarebbe poco predicibile a causa delle dimensioni della ricostruzione stessa, mentre una corona dentale risulterebbe troppo demolitiva nei confronti della porzione di dente rimasta sana.

Grazie all’intarsio è possibile proteggere il dente da future problematiche, rendendolo migliore non solo alla vista, ma contribuendo a dare maggior funzionalità alla masticazione.

Fasi dell’intarsio dentale

Gli intarsi dentali vengono eseguiti in sinergia con il laboratorio, e permettono di recuperare un dente donandogli una ricostruzione che ha ottima durata, perfetta resa estetica, e predicibilità di funzionamento.

Generalmente sono richiesti solo due appuntamenti per la realizzazione di un intarsio al denteLe fasi cliniche invece sono:

  1. rimozione del processo carioso e preparazione del dente;
  2. rilevazione dell’impronta e del colore, consegna al laboratorio e sviluppo del modello principale di lavoro;
  3. prova in sito e dei contatti interdentali, e se tutto va bene, immediata cementazione con materiale adesivo;
  4. rifinitura del restauro, controllo dei contatti occlusali e lucidatura

Queste fasi sono rispettate qualunque sia il materiale di realizzazione dell’intarsio dentale. E’ importante notare che gli intarsi vanno cementati con materiali specifici e protocolli rigorosi; come in tutta l’odontoiatria adesiva, infatti, anche nel caso degli intarsi è essenziale che la cementazione avvenga in assenza di fluidi salivari e/o ematici, che il campo operatorio sia isolato con diga di gomma e che il tessuto dentario cariato e/o sottominato venga rimosso accuratamente. La preparazione del dente e la cementazione dell’intarsio non provocano fastidi, ovviamente vengono effettuati in anestesia locale, e sono procedure veloci, altamente predicibile, e soprattutto precise grazie al fatto che l’intarsio viene costruito in laboratorio in condizioni relativamente ideali.

I materiali più comunemente utilizzati per gli intarsi dentali sono il composito polimerizzato in laboratorio e la ceramica.

Sia gli intarsi in composito che gli intarsi in ceramica si caratterizzano per l’elevata biocompatibilità, la predicibilità di successo, l’estetica dentale e la notevole durata (stimata in 10-15 anni). Il clinico andrà a preferire un materiale o l’altro in base alle caratteristiche del dente da trattare, dei suoi antagonisti e delle necessità del paziente.

OTTURAZIONE

Che cos’ è? E’ una tecnica che consiste nel riempimento della cavità chesi viene a formare all’interno di un dente in seguito alla rimozione del tessuto dentale cariato.

Quali tipologie di otturazioni esistono? L’otturazione più diffusa è quella in composito. Generalmente, si sceglie questo materiale perché permette di realizzare l’otturazione nello stesso colore del dente naturale. Questo tipo di materiale è composto da particelle di resina composita e viene inserito nella cavità del dente subito dopo la rimozione del tessuto cariato. Un’altra tecnica utilizzata, in caso di carie molto estese, è l’intarsio. L’intarsio è costituito da materiale biocompatibile di elevato pregio estetico oltre ad essere maggiormente resistente nel tempo.

Quali sono le fasi per fare un’otturazione? Si procede con l’anestesia locale al dente cariato, in modo da non provocare dolore al paziente durante l’operazione, e si attendono alcuni minuti per dare tempo all’anestetico di fare effetto, si elimina la carie con l’apposita strumentazione e lo spazio creato all’interno del dente viene quindi riempito con il materiale scelto dal dentista.

Quanto tempo ci vuole per fare un’otturazione? In genere, se si tratta di una carie di piccole dimensioni, basta un’otturazione semplice con un intervento che può variare dai 20 ai 60 minuti di durata. Se invece la carie ha già intaccato il dente più in profondità, l’intervento può richiedere più tempo.

E’ doloroso eseguire un’otturazione? L’intervento viene praticato normalmente in anestesia locale e non è particolarmente doloroso.

A chi affidarsi per una corretta otturazione dei denti? Dal momento che il processo cariogeno può essere causa indiretta di patologie anche gravi e legate a diverse parti dell’organismo, è necessario scegliere con attenzione la struttura a cui rivolgersi. È quindi consigliabile selezionare strutture odontoiatriche che si distinguono per la presenza di specialisti qualificati, tecnici esperti, tecnologie all’avanguardia e soprattutto un approccio a 360 gradi allo stato di benessere del paziente. Gli studi odontoiatri Dental One sono esclusivamente dedicati alla cura della salute orale per pazienti di ogni età e uniscono l’altissimo livello di specializzazione alla collaborazione integrata con tutte le altre unità.

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