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Tag: denti

Le riabilitazioni orali

I nostri denti non hanno solo una funzione masticatoria, ma anche sensitiva infatti continuano ad informare il cervello (insieme ad altre strutture) sulla posizione della bocca; il cervello elabora queste preziose informazioni e restituisce una risposta motoria che ci permette di usare i nostri muscoli in modo coordinato quando mangiamo o parliamo per esempio. Nel momento in cui per ragioni odontoiatriche è necessario cambiare l’appoggio dentale è possibile che anche la muscolatura ne risenta.

In DENTAL ONE è possibile fare una valutazione funzionale della muscolatura masticatoria e cervicale che si inserisce nel percorso odontoiatrico , inoltre, dove indicato, viene prescritto un programma di rieducazione muscolare attraverso esercizi e manipolazioni.

Il piano di lavoro che coinvolge congiuntamente Osteopatia e Gnatologia ha un obiettivo ben preciso: si cerca attraverso la manipolazione della colonna e del distretto cranio-facciale di correggere le deviazioni del baricentro che generano le deviazioni masticatorie e successivamente si applica un sistema di centratura della mandibola (bite) che aiuta la bocca a guarire dalle alterazioni create dall’errata masticazione.

Senza questo approccio congiunto non sarebbe possibile correggere durevolmente i problemi sopracitati, ma la osteopatia odontoiatrica rischierebbe di essere esclusivamente un sistema di ridurre temporaneamente i sintomi.

Perchè non tutti hanno i denti del giudizio?

Ad alcune persone crescono rapidamente e senza problemi, mentre altri con loro sono in difficoltà. Ci sono anche persone a quali non crescono mai. Perché è così e se abbiamo bisogno di denti del giudizio o no, leggete qui di seguito.

La storia di denti del giudizio

Per spiegare il fatto che alcune persone hanno i denti del giudizio, e alcuni no, dobbiamo tornare nel passato. Torneremo al tempo dei nostri antenati che erano cacciatori e mangiavano cibi più duri e tigliosi di quelli che mangiamo oggi. Con l’evoluzione e i cambiamenti nella nutrizione , il cranio umano, è quindi anche la mascella, con tempo è diventata più piccola. I denti non hanno seguito questo cambiamento evolutivo con la stessa velocità, cioè non sono diminuiti, quindi ora c’è meno spazio per loro nella mascella. In alcune persone c’è la mancanza di denti germinali, quindi i denti del giudizio non si sviluppano.

Da dove viene il nome „denti del giudizio“?

Questi denti hanno ottenuto il loro nome „denti del giudizio“ (la. Dens sapiens = „dente della saggezza“) perché crescono nella maggior parte alle persone tra 18 e 30 anni. Come si pensava in precedenza, una persona diventa adulta durante questo periodo di vita, quindi anche diventa più saggia.

Vengono chiamati anche “terzi molari” o “denti numero otto”  perché sono ottavi in bocca. Dovrebbero essercene 4, due in ciascuna mascella. Perché diciamo “dovrebbero essere”? Perché alcune persone ne hanno solo una, altre due o tre e alcune tutti quattro. Anche quando crescono, i denti del giudizio non devono crescere completamente. Possono crescere a metà e fermarsi. Ad alcune persone crescono da anni. Non esiste una regola.

Come usare lo scovolino con l’apparecchio

Chi porta apparecchi ortodontici sa bene che curare la propria igiene orale risulta un po’ più difficoltoso. Tuttavia ci sono alcuni semplici regole da seguire per ottenere una pulizia efficace e non andare incontro a spiacevoli mal di denti.
Chi invece porta l’apparecchio fisso deve pulirlo dopo i pasti con molta cura.

Una volta rimossi gli elastici e le parti rimovibili, va spazzolato con cura utilizzando lo spazzolino ortodontico, oppure tenendo lo spazzolino, meglio se con setole morbide, con un angolo di 45 gradi e passandolo attorno ai fili e ai perni, per poi passare alla parte superiore e inferiore dei ganci, rimuovendo placca e residui di cibo.

Una volta raggiunti anche i denti posteriori con lo spazzolino, è necessario spazzolare ogni singolo dente, partendo dalla gengiva e andando verso l’estremità, quindi la lingua e tutto il cavo orale, compiendo movimenti circolari per circa 10 secondi.

Oltre allo spazzolino, andrebbe passato il filo interdentale tra gli spazi interdentali almeno una volta al giorno, risciacquando con acqua o utilizzando un collutorio rinfrescante e battericida.

Rischi di una scarsa igiene orale

Chi porta l’apparecchio, soprattutto i bambini, deve imparare a curare con maggiore attenzione la sua igiene dentale, perché la sua presenza rende più difficoltosa la normale pulizia e facilita l’insorgere di disturbi del cavo orale.

Trascurare la pulizia dei denti per un lungo periodo, lasciando che la placca batterica si accumuli vicino ai denti e alle gengive, espone al rischio di accumulo di tartaro e alla formazione di tasche gengivali, che poi conducono a patologie dentali più gravi come carie, gengiviti e parodontiti.

Una malattia dentale e gengivale mal curata, oltre a rovinare lo smalto dei denti, nel peggiore dei casi può portare alla perdita dei denti, obbligando a ricorrere a interventi di chirurgia parodontale o a impianti.

Se siete in cerca di rimedi naturali per pulire il vostro apparecchio ortodontico, ci sono molte soluzioni a cui potete affidarvi. C’è chi in casi di emergenza disinfetta il proprio apparecchio con l’aceto, mentre molti sfruttano le proprietà e la versatilità del bicarbonato di sodio.

Potete infatti usarlo per pulire il vostro apparecchio mobile o una protesi dentaria dopo averne sciolto due cucchiaini in un bicchiere di acqua calda, oppure una volta a settimana potete mettere un po’ di bicarbonato sul vostro spazzolino per usarlo sulla superficie dei denti in alternativa al dentifricio, magari aggiungendo qualche goccia di olio essenziale alla menta per migliorare il sapore e non dare fastidio a chi soffre di denti sensibili.

CURETTAGE GENGIVALE

Se hai trascurato le tue gengive e ora sono gonfie e sanguinano, molto probabilmente tartaro e batteri sono riusciti ad infiltrarsi nel solco gengivale, depositandosi in una tasca.
Il progredire dell’infiammazione, chiamata parodontite, sta mettendo in serio pericolo la stabilità dei tuoi denti.

Conosciuto anche con il nome di raschiamento e levigatura radicolare, il curettage gengivale è una pulizia dei denti più profonda rispetto a quella classica che ha l’obiettivo di eliminare i batteri presenti nella zona delle gengive.

In particolare parliamo di una procedura che rimuove la placca e il tartaro che si accumula nelle cosiddette tasche parodontali, ossia quella parte di tessuti sotto la gengiva che circondano il dente, evitando così l’infiammazione delle gengive e l’avanzamento di malattie e disturbi parodontali.

Prima di procedere al trattamento, il dentista deve valutare la profondità della tasca e in base ad essa scegliere l’intervento necessario, tra i seguenti:

  • curettage dentale a cielo chiuso, un procedimento meccanico e indolore durante il quale la superficie radicolare viene liberata dalla placca e levigata;
  • curettage dentale a cielo aperto, che prevede invece un piccolo intervento chirurgico durante il quale si separa la gengiva dall’osso, si rimuove il tartaro e si richiude con alcuni punti di sutura.

La placca e il tartaro, infatti, sono il risultato di residui alimentari, batteri e cellule morte che vengono a formarsi a seguito di una scarsa pulizia orale e che si accumulano non soltanto tra i denti e intorno ad essi ma anche sotto la superficie delle gengive dove possono causare danni più gravi.

La formazione del tartaro può causare lo sviluppo di varie specie di batteri che, a loro volta causano infiammazioni, il disturbo delle gengive ritirate, la perdita del sostegno osseo e dei denti stessi.

È importante sottoporsi a questa tecnica di pulizia orale sin dai primi sintomi di infiammazione alle gengive, nelle fasi iniziali di una parodontite per evitare un peggioramento, ma anche come terapia di supporto alle sedute periodiche di detartrasi, ossia della pulizia orale professionale.

E’ consigliabile ricorrere al curettage almeno due volte l’anno in un’ottica di prevenzione per la pulizia profonda delle gengive e per migliorare la sensibilità dei denti.

Le gengive gonfie, arrossate e con perdita di sangue sono i primi sintomi di un’infiammazione che deve essere valutata con attenzione per non degenerare, con il serio rischio di perdita di uno o più denti, specialmente se si tratta di donne in gravidanza.

Corona singola in metallo -ceramica o corona singola in ceramica integrale : quale scegliere?

Nella pratica odierna sempre più frequentemente si ricorre a corone in ceramica integrale singole, che ormai costituiscono una valida alternativa alle corone in metallo-ceramica. Le motivazioni sono principalmente due: quella estetica e quella economica (dato il continuo aumento dei costi dei metalli preziosi come l’oro).

La prima ceramica integrale introdotta è stata la vetroceramica feldspatica che però aveva il difetto di avere una bassa stabilità meccanica che limitava il suo utilizzo ai soli settori anteriori. Da qui le case produttrici hanno messo a punto diverse alternative con lo scopo di garantire una maggiori proprietà meccaniche pur mantenendo le ottime caratteristiche estetiche. Tra questi materiali si annoverano la leucite, il litio-disilicato o litio-disilicato rinforzato con vetro- ceramica e gli ossidi di ceramica come l’allumina e la zirconia. Ma se si parla di sopravvivenza a lungo termine (3-5 anni) quale di questi materiali si comporta meglio sia nei settori anteriori che in quelli posteriori per quanto riguarda le corone singole?

Fare un ponte nei settori posteriori può risultare molto più semplice da realizzare da un punto di vista estetico che fare una singola corona di un incisivo centrale. Mentre nel primo caso il ponte ha un colore che riguarda più corone, nella corona singola occorre dissimulare il colore della singola porcellana con il colore dei denti naturali vicini cioè che precedono e seguono la corona stessa. E’ quindi una prova di abilità che richiede esperienza e capacità.

In poche parole, il lavoro più bello ed estetico non è quello più “bianco” o più “anatomicamente perfetto” ma quello che è capace di riprendere le piccole imperfezioni dei denti naturali e rendere difficilmente individuabile il dente in porcellana.

Apparecchio Invisibile Invisalign,perchè lo consigliamo :

Una domanda chiara, che merita una risposta trasparente. Come gli allineatori invisibili. 

L’ apparecchio invisibile Invisalign non utilizza i tradizionali attacchi fissi e fili metallici, ma allinea i tuoi denti con una serie di mascherine invisibili e rimovibili, create su misura in modo da essere perfettamente aderenti e confortevoli. Ogni mascherina deve essere indossata per un numero di giorni prestabiliti (variano in base a ogni caso clinico) e poi si passa alla mascherina successiva. Man mano che si sostituiscono le mascherine, i denti si spostano fino al raggiungimento della posizione desiderata.

Il prezzo della terapia dipende quindi da 2 fattori:

  • La tua specifica situazione clinica, che viene rilevata durante una visita di valutazione
  • tuoi obiettivi o esigenze

Cos’è e come funziona l’apparecchio invisibile di Invisalign?

Per apparecchio Invisalign intendiamo una serie di mascherine, di allineatori trasparenti fatti di un materiale plastico praticamente invisibile e molto sottile, da indossare sulle due arcate dentali. Un allineatore va indossato per circa 15 giorni, per poi passare a quello successivo. Gli allineatori sono leggermente diversi l’uni dagli altri e sono realizzati per allineare progressivamente i denti.

Come si comincia la terapia con l’apparecchio invisibile di Invisalign?

All’inizio del trattamento il paziente viene sottoposto ad alcuni esami di controllo, come ortopanoramiche, impronte di precisione o scansioni intraorali, per capire come sono posizionati i denti; poi, con un software apposito di Invisalign, il dentista crea un modello 3D per mostrare come sarà il sorriso alla fine del trattamento. Il software calcola anche quante settimane sono necessarie per il trattamento e, di conseguenza, quanti allineatori servono.

Quante ore al giorno bisogna indossare gli allineatori invisibili di Invisalign?

Per raggiungere il risultato desiderato, l’utilizzo ottimale degli allineatori è di circa 21/22 ore al giorno. Portando le mascherine per minor tempo, il rischio è quello di non raggiungere l’allineamento perfetto delle due arcate.

Cosa succede durante il primo periodo di apparecchio Invisalign?

Probabilmente, durante la prima settimana di trattamento, i nuovi allineatori Invisalign potrebbero arrecare un lieve fastidio. Questo è dovuto al fatto che i denti hanno iniziato a spostarsi e a fare i primi passi verso quello che sarà un allineamento perfetto.

Inoltre, sempre durante la prima settimana, il modo di parlare potrebbe leggermente modificare, ma tutto tornerà alla normalità nel giro di pochi giorni. Bisogna avere pazienza per abituare la bocca al nuovo corpo estraneo al suo interno.

Come pulire gli allineatori invisibili di Invisalign?

Per pulire le mascherine trasparenti del nuovo apparecchio Invisalign, è assolutamente sconsigliato lavarle con il dentifricio e lo spazzolino perché si potrebbero graffiare. Per l’igiene, l’ideale è immergere gli allineatori al mattino in un bicchiere d’acqua con una pastiglia effervescente specifica per la pulizia di apparecchi o dentiere. Dopo i pasti, invece, è consigliato sciacquarle sotto l’acqua corrente. Al mattino è normale attendersi un pò di placca sugli allineatori dato che la bocca resta chiusa per molte ore durante la notte.

Posso fare sport e indossare l’Apparecchio Invisalign?

L’apparecchio Invisalign è adatto ad ogni stile di vita! Gli amanti dello sport, infatti, apprezzano tantissimo questo metodo efficace di raddrizzare i denti proprio perché le mascherine Invisalign sono invisibili, comodeflessibili e non irritano le guance né le gengive rappresentando anche una valida alternativa ai bite utilizzati per proteggere i denti in caso di traumi. Inoltre si ha la possibilità di scegliere se indossarle o meno durante la pratica sportiva perché sono rimovibili.

Si possono curare i denti storti in età adulta?

Si, si può fare. Le mascherine Invisalign sono apprezzate dai pazienti di tutte le età! Non c’è un’età giusta o sbagliata per curare la salute e l’estetica del proprio sorriso. Ogni bambinoadolescente o adulto che si affida alla tecnologia Invisalign per raddrizzare i denti, ottiene un sorriso perfetto in tempi brevi e senza rinunciare all’estetica.

L’Apparecchio Invisalign infatti è rimovibileinvisibile e confortevole anche se indossato durante la notte.

Nessuno intorno a te si accorgerà che lo stai indossando! 

Quali sono i lati positivi e quali i lati negativi dell’apparecchio Invisalign?

Lati positivi: Il primo lato positivo dell’apparecchio Invisalign è che i risultati del piano terapeutico sono visibili già in pochissimi mesi e che alla fine del trattamento i denti sono allineati perfettamente. Un’altra cosa importante è che non alimenta sentimenti di disagio estetico nella vita quotidiana: l’apparecchio Invisalign è trasparente, rimovibile e comodo. In più gli allineatori Invisalign possono essere indossati anche durante le attività sportive.

Lati negativi: Per quanto riguarda i lati negativi, come suddescritto, gli allineatori Invisalign potrebbero arrecare un lieve fastidio durante la prima settimana di trattamento. Inoltre il modo di parlare potrebbe subire piccole modifiche e potrebbe verificarsi un leggero aumento della salivazione. Ma niente paura. Anche questi aspetti spiacevoli andranno a diminuire nel giro di pochi giorni dall’inizio della terapia.

Scelta dello Spazzolino – Setole Morbide e Dure

La scelta dello SPAZZOLINO DA DENTI  è estremamente importante: non esiste uno spazzolino giusto ed uno sbagliato… ciò che conta è sceglierlo in base alle proprie necessità, allo stato di salute dentale e, chiaramente, anche ai propri gusti. 

Spazzolino a setole morbide

Per esempio, i denti sensibili non gradiscono uno spazzolino a setole dure; similmente, anche in presenza di gengiviti  o piorrea  lo spazzolino dovrebbe essere estremamente delicato. Anche dopo un intervento dentistico importante – sia questo un’ estrazione dentale od un’apicectomia  per la cura di granulomi o cisti è importante utilizzare uno spazzolino a setole morbide fino alla completa rimarginazione della ferita.
Anche le sue dimensioni sono importanti: uno spazzolino ideale dovrebbe essere piccolo quanto basta per riuscire a raggiungere tutte le superfici dentali. scelta della testina : per facilitare la pulizia dei denti a testa di uno spazzolino dovrebbe essere piuttosto piccola: approssimativamente, le dimensioni della testina non dovrebbero superare i 2,5 cm di lunghezza e non ci dovrebbero essere più di 4 ciuffi di setole in larghezza. Altra caratteristica importante è la forma della testa dello spazzolino, che dovrebbe essere arrotondata e non presentare spigoli per evitare di traumatizzare gengive e palato . Da non dimenticare, poi, che la testina dello spazzolino non dovrebbe presentare fessure nella zona in cui sono attaccati i ciuffi di setole: questo per impedire ai batteri di annidarsi tra le setole. Come accennato, alcuni spazzolini sono dotati di apposito puliscilingua dietro la testina; altri, invece, sono provvisti di speciali alette in gomma o lattice ai lati della testa, la cui funzione è massaggiare la gengiva durante lo spazzolamento dei denti.
Alcuni spazzolini sono muniti di testina flessibile, per garantire una pulizia più efficace (soprattutto nella zona della lingua e del palato). La testa flessibile favorisce il perfetto adattamento delle setole dello spazzolino anche sulla superficie frastagliata dei molari.

È buona regola evitare l’utilizzo di spazzolini a setole naturali: queste, infatti, non solo rischiano di lesionare le gengive, ma trattengono anche i batteri al loro interno, aumentando così le probabilità di sviluppare carie . Si dovrebbe dunque preferire uno spazzolino dotato di setole artificiali, in grado di migliorare effettivamente la pulizia ed agevolare lo spazzolamento.

  • DUREZZA DELLE SETOLE DELLO SPAZZOLINO
    Particolarmente indicati sono gli spazzolini muniti di testine formate da ciuffi distinti di setole dalle punte arrotondate. Per “spazzolino medio” s’intende uno spazzolino dotato di setole a media (diametro delle fibre sintetiche compreso tra 0,2 e 0,25 mm): in genere, le setole medie sono le più richieste nel mercato. Da non dimenticare, tuttavia, che le setole morbide, in grado di spazzolare i denti come fossero piume, sono particolarmente indicate in caso d’ ipersensibilità dentinale.La delicatezza delle setole morbide riduce il rischio di danneggiare lo smalto  dentale e di irritare le gengive. Gli spazzolini a setole dure, invece, particolarmente resistenti e tenaci nello spazzolamento, non sono indicati per tutti i tipi di denti. Si raccomanda vivamente di evitare l’utilizzo di questi spazzolini in caso di gengiviti, retrazioni gengivali e denti sensibili.
    Oggi, in commercio, esistono numerosissimi tipi di testine: la disposizione dei ciuffi di setole può essere tale da formare un piano pulente uniforme, ondulato, a cupola oppure a più livelli. Ogni persona può scegliere lo spazzolino più adeguato alle proprie necessità o gusti personali.
  •  Scelta dell’impugnatura dello spazzolino: anche il manico dello spazzolino è molto importante per semplificare la pulizia dentale. Esistono alcuni modelli “antiscivolo”, indicati per facilitare la presa dello strumento ed evitare che lo spazzolino, “scivolando” dalle mani durante la spazzolatura, vada a colpire le gengive. L’impugnatura dello spazzolino è generalmente realizzata in plastica, caratteristica importante per garantirne l’impermeabilità dall’umidità. Il manico può essere dritto o lievemente ricurvo, al fine di facilitare l’appoggio per il pollice o per incoraggiare la pulizia dei denti più in fondo. Le impugnature particolarmente grosse o ricurve possono essere d’aiuto per le persone colpite da qualche forma d’invalidità.
  •  Forma e colori dello spazzolino possono essere scelti in base alle proprie esigenze.

Spazzolino ideale

Uno spazzolino ideale dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche:

  • Adatto alle esigenze di ogni persona in termini di forma, dimensione e struttura
  • Eccellenti proprietà funzionali: efficace nel rimuovere residui di cibo e placca dalla superficie dei denti e dagli spazi interdentali, facile nello scorrimento, facile da maneggiare
  • Delicato per le gengive
  • Durevole e a basso costo
  • Testina corta con numerosi ciuffi di setole sintetiche dalle punte arrotondate
  • Impugnatura confortevole ed antiscivolo
  • Non dovrebbe contenere lattice (caratteristica ideale per permettere agli allergici al lattice  di utilizzare lo spazzolino)
  • Inodore
  • Insapore

Afte e lesioni della mucosa orale

Afte e lesioni della mucosa orale, cosa sono, da cosa sono causate e quali sono i rimedi? La stomatite aftosa ricorrente è la malattia ulcerativa più frequente della mucosa orale.

LE AFTE

La stomatite aftosa ricorrente è la malattia ulcerativa più frequente della mucosa orale.
In base alle manifestazioni cliniche, si distinguono tre forme:

  • AFTE MINORI
  • AFTE MAGGIORI
  • AFTE ERPETIFORMI
  • Le afte minori sono le più frequenti e la sede preferenziale è la mucosa del labbro inferiore. Hanno l’aspetto di ulcerazioni tondeggianti ricoperte da membrane biancastre (fondo bianco-giallastro), circondate da un alone eritematoso (rosso), molto dolorose. Hanno un diametro inferiore ad 1 cm e sono frequenti anche noi bambini.

    Guariscono spontaneamente nel giro di 10-15 giorni, ma in pazienti predisposti tendono facilmente a recidivare, per questo si tende a parlare di una patologia ricorrente.
  • Le afte maggiori (diametro maggiore di 1 cm) appaiono più frequentemente sulla mucosa delle labbra, palato molle e pilastri palatini. Richiedono un tempo di guarigione più lungo delle forme minori (anche fino ad 1 mese) e per la loro estensione sono più dolorose.
  • La stomatite aftosa erpetiforme è caratterizzata da gruppi numerosi di piccole ulcerazioni puntiformi, che durante l’evoluzione possono fondersi tra loro.

    Questa malattia viene spesso confusa con l’herpes simplex che tuttavia si manifesta solo sulla mucosa cheratinizzata del palato duro, del bordo vermiglio delle labbra, del dorso linguale e della gengiva fissa, e non sulla mucosa di guancia, pavimento della bocca e versante interno delle labbra, dove invece si trova una mucosa non cheratinizzata e dove si sviluppano le afte.

DA COSA POSSONO ESSERE CAUSATE LE AFTE?

Nonostante la stomatite aftosa sia da molto tempo oggetto di indagini cliniche e sperimentali, le cause non sono ancora chiare, ma vi sono fattori di natura esogena (esterni all’organismo) o endogena (interni all’organismo) che ne favoriscono la comparsa.

  • Traumi occasionali
    Morsicature, spazzolamenti energici, contatto con oggetti o cibi taglienti come lische di pesce o briciole, alimenti e bevande ustionanti, trattamenti odontoiatrici, protesi sporgenti, punture.
  • Microrganismi dannosi
    Batteri come gli Streptococchi, Virus come l’Herpes e funghi come la Candida, attivi soprattutto in concomitanza di un calo delle difese immunitarie nei portatori di protesi e apparecchi ortodontici o a causa di scarsa igiene orale e infezioni dentali o parodontali.
  • Fattori genetici
    L’afta tende a presentarsi se vi sono casi precedenti nelle propria famiglia, soprattutto nei gemelli omozigoti.
  • Fattori nutrizionali
    Anemia e scarso consumo di alimenti contenenti ferro, zinco, acido folico, vitamine del gruppo B.
  • Allergie
    Intolleranza a particolari cibi o bevande, sindromi allergiche causate da farmaci.
  • Condizioni psicologiche
    Eccessivo stress da lavoro o studio, stati d’ansia o depressione.
  • Fumo
    I fumatori sono più predisposti ad afta poiché il fumo induce cheratinizzazione della mucosa orale.

QUALI SONO I RIMEDI?

Generalmente le afte tendono a regredire spontaneamente sempre che la causa non sia una precisa patologia per la quale bisognerà appurarne le cause con appositi esami.

Le afte non sono contagiose, né pericolose. Tuttavia il dolore e i talvolta lunghi tempi di guarigione possono influenzare negativamente l’alimentazione, la vita sociale del soggetto e l’attività lavorativa. Per questo, in molti casi il trattamento si rende necessario più per il controllo del dolore e per velocizzare i tempi di guarigione, piuttosto che per la patologia stessa.

La diga dentale di gomma. Usi e vantaggi per il paziente

La diga dentale di gomma è uno strumento indispensabile per le cure odontoiatriche. Si tratta di un foglio di lattice dal quale, attraverso appositi buchi, si fanno uscire i denti su cui si deve lavorare; questo consente di isolarli dal resto della bocca e di poter lavorare in un campo asciutto e pulito. Solitamente viene utilizzato il lattice ma è disponibile anche in altri materiali per i pazienti allergici ad esso.

Durante le cure dentali la diga dentale viene tenuta tesa da un apposito archetto e rimane fissata ai denti attraverso degli appositi dispositivi di forma specifica per ogni misura di dente. Il suo utilizzo protegge il paziente dal contatto con sostanze dal gusto sgradevole o da sostanze che non devono venire a contatto con la gengiva, la lingua o le labbra e dall’ingestione o inalazione accidentale di strumenti. È importantissimo utilizzarla quando si usano materiali estetici.in quanto la loro adesione viene compromessa dall’umidità. In endodonzia è indispensabile per poter mantenere pulito il campo operatorio e adoperare, senza pericoli, strumenti e liquidi adeguati alla detersione dei canali radicolari. Durante i trattamenti di endodonzia (come le cure canalari o le devitalizzazioni dentarie) la diga dentale permette di ridurre drasticamente il rischio di contaminazione da parte dei batteri.

Perché noi utilizziamo la diga di gomma?

• Campo operatorio perfettamente asciutto e quindi libero da sangue e saliva.
• Campo operatorio con rischio ridotto di contaminazione microbica dal resto della cavità orale
• Campo operatorio con maggiore accessibilità e visibilità
• Assenza di rischio per il paziente di ingestione accidentale di materiali e liquidi
• Maggiore possibilità di eseguire il lavoro oltre che tecnicamente corretto anche esteticamente soddisfacente
• Più sicurezza per il paziente e per l’odontoiatra verso il rischio di contaminazione batterica crociata (dall’uno all’altro)
• Maggiore agio per il paziente senza aspiratori e divaricatori per guance e lingua
• Riduzione dei tempi di lavoro con maggiore agio per il paziente

L’utilizzo della diga odontoiatrica è uno dei primi biglietti da visita per verificare la qualità delle cure del tuo dentista.
L’odontoiatra che ha una buona visibilità del campo operatorio e che opera in un ambiente privo di sangue e saliva, è in grado di lavorare in modo accurato e pulito a tutto vantaggio della salute, della qualità e dell’estetica dei suoi pazienti.

Denti rotti o danneggati: le soluzioni per la ricostruzione

La rottura dei denti può avvenire in seguito ad un trauma e causare grossi disagi sia estetici che funzionali.

Al giorno d’oggi esistono diverse tecniche che consentono di ricostruire uno o più denti rotti, cariati o danneggiati dall’usura: in base al caso specifico il dentista consiglierà quale tipo di ricostruzione effettuare per un risultato ottimale.

Vediamo quindi quali sono le tecniche utilizzate in Dental One per la ricostruzione dentale.

Ricostruzione diretta dei denti in composito

Il composito è un materiale che viene utilizzato per ricostruire i denti rotti o scheggiati, con la tecnica della ricostruzione diretta.

Si definisce “composito” in quanto costituito da tre materiali di base: una resina, che conferisce al materiale finale la possibilità di essere modellato a piacimento dal dentista durante la ricostruzione dentale; un riempitivo minerale, composto da piccoli frammenti di materiale inorganico che, oltre a conferire la durezza del dente artificiale, lo rende visibile alla radiografia; infine un agente legante, che serve a far aderire al meglio tra loro gli altri due materiali.

Questo tipo di materiale viene usato anche per le otturazioni e garantisce garantire un elevato risultato estetico.  Il materiale composito è disponibile in una vasta scala di colori, quindi il dentista avrà la possibilità di prendere un pezzo di composito, avvicinarlo ai nostri denti e valutare quello che ha il colore più simile al colore naturale dei nostri denti, con un risultato finale del tutto naturale, consentendo al dente di riacquistare sia la forma che il colore originale.

Una ricostruzione in composito ha una durata media di 5 anni e il dente ricostruito ha una resistenza molto simile all’originale.

Nelle ricostruzioni in composito si utilizza una diga di gomma per isolare le varie fasi dell’otturazione dai liquidi salivari. L’intervento è piuttosto rapido.

Se il danno è profondo e ha interessato la polpa, il dente viene devitalizzato e poi incapsulato.

Le corone sono delle capsule che avvolgono tutto il dente proteggendo. Nascondono tutti i problemi estetici legati a traumi, carie e devitalizzazione.

Con i materiali più moderni vengono realizzate corone sottilissime (fino a 0,3 millimetri di spessore, che consentono di “incapsulare” il dente senza limarlo o comunque limarlo pochissimo.

Il dente viene preparato in alcune sedute e tramite l’impronta dentale la capsula viene realizzata con la migliore precisione.

In questa foto vi mostriamo il risultato di una ricostruzione estetica .

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