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Autore: Vittorio Magnano

Reperibilità 24/7. Un servizio necessario in uno studio odontoiatrico

di Vittorio Magnano

Perchè gli studi Dental One sono reperibili 24 ore al giorno 7 giorni su 7? Spieghiamo il concetto. Di mal di denti non si muore, o meglio non si muore più. Prima dell’invenzione della penicillina si moriva di ascesso dentale in quanto i batteri entravano nel torrente sanguineo provocando una setticemia o una batteriemia. Questa conquista della medicina moderna ha fatto sì che l’antibiotico sia largamente diffuso, a tal punto da essere arrivati all’estremo opposto ovvero al problema della resistenza agli antibiotici, che è diventato un problema di salute pubblica e individuale. Ma questo è un altro discorso.

Sta di fatto che in alcune situazioni (ascessi, parodontopatie, infezioni, perimplantiti, pulpiti) se non si prescrive la giusta terapia farmacologica si può soffrire tantissimo. Certo, perchè il dolore dentale acuto sottoforma di pulpite è il terzo dolore più forte in natura dopo il parto e la colica renale.

E’ perciò fondamentale essere reperibili per le urgenze che possono essere risolte telefonicamente o con whatsapp. Il nostro sito internet è collegato direttamente a un whatsapp sempre attivo e i nostri numeri di telefono sono interconnessi tramite trasferimenti di chiamata che funzionano oltre l’orario di apertura al pubblico.

Che cosa si può richiedere durante una reperibilità telefonica o di messaggistica istantanea? Si possono richiedere informazioni generiche (orari di apertura, servizi, dubbi, curiosità), informazioni specifiche riguardo a un bisogno (“dovrei fare una corona o un impianto”) o terapie farmacologiche palliative per dolori dentali acuti (pulpiti o gengiviti necrotizzanti) o gonfiori e ascessi.

I nostri protocolli farmacologici sono universali e coprono tutte le situazioni cliniche: terapia d’urgenza, terapia pre-chirurgica standard, terapia post-chirurgica standard, terapia per pazienti allergici alla penicillina e altre terapie per le varie chirurgie ricostruttive e implantari che effettuiamo nei nostri studi.


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Genova

Genova San Fruttuoso

Varazze

Via dei Macelli di Soziglia 17r – 16123 Genova

Via Donghi 20-22 rr – 16132 Genova

Via San Rocco 3/1 – 17019 Varazze (SV)

La sala chirurgica e il controllo della sterilità

Articolo realizzato dal Dott. Vittorio Magnano

Già la prima immagine serve a chiarire l’idea di sala chirurgica: quella della semplicità. La sala chirurgica, tutt’altro che “semplice” in realtà, deve essere spoglia e contenere solamente le attrezzature chirurgiche per gli interventi, attrezzature generali e attrezzature specifiche. Quelle generali sono quelle che si vedono nell’immagine ovvero un riunito chirurgico, una lampada scialitica almeno da 100000 lux (la nostra è da 150000), una faretra odontoiatrica contenente aria/acqua, attacco turbina, attacco contrangolo, un mobiletto alle spalle del riunito tipo “pensile” che sia facile da tenere pulito sotto e che non accumuli polvere. Poi deve essere presente uno schermo ad alta risoluzione per la visione e l’ analisi delle CBCT cone beam prima, durante e dopo gli interventi così come una consolle in rete che permetta di accedere a tutta la documentazione clinica e di studio in tempo reale.

Dicevamo che la semplicità è apparente, in quanto ogni macchinario ha una posizione studiata e assolve una funzione precisa. Il riunito non ha sputacchiera o bicchiere per fare sciacquare il paziente per non avere tubi ricchi di batteri all’interno della sala e a breve distanza dal cavo orale, che è il nostro sito chirurgico. Le cannule di aspirazione sono due e sono monouso, ovvero imbustate sterili e utilizzate per un solo paziente.

Lampada scialitica 150000 lux e schermo HD per la consultazione delle CBCT cone beam intraoperatorie

Il paziente entra in sala chirurgica, dopo la presedazione (vedi anche https://www.stomatological.it/lansiolisi-endovenosa-eseguita-dallodontoiatra-step-fondamentali-nella-chirurgia-quotidiana/) spogliato di giacca, ornamenti, orecchini, collane e tutto ciò che possa essere portatore di impurità. Il paziente viene vestito dalle assistenti con un camice monouso pulito e non sterile e una cuffietta monouso pulita e non sterile per contenere i capelli. Una volta accomodato viene coperto da un lungo telo sterile che parte dal labbro inferiore e arriva fino ai piedi. Le scarpe del paziente sono state ovviamente isolate da copriscarpe puliti indossati in sala d’attesa.

La preparazione del paziente chirurgico con camice pulito e non sterile

A quel punto gli occhi del paziente vengono coperti con una mascherina monouso. Questa ha la duplice funzione di proteggere gli occhi dalla forte luce chirurgica che prende tutto il viso e dagli aghi di sutura che possono girare nell’ambiente periorale. Vengono connesse le cannule di aspirazione e il paziente può finalmente rilassarsi dopo aver ricevuto l’adeguata anestesia locoregionale in bocca (con preanestetico somministrato prima in maniera da non sentire nemmeno l’ago).

Il paziente è pronto e il campo operatorio è sterile e ergonomico

Qualora il paziente avesse scelto nel suo piano di cura di inserire l’ansiolisi endovenosa, in questo stadio viene eseguita la venipuntura e vengono iniettati, gradualmente e secondo un protocollo personalizzato, i farmaci ansiolitici che rilassano il paziente, abbassano la pressione arteriosa e conferiscono un’esperienza piacevole di tutta la chirurgia. La sala chirurgica è una sala che viene utilizzata solo per gli interventi a contatto con l’osso o per interventi delicati come quelli mucogengivali, ovvero gli interventi alle gengive che sono microchirurgici e necessitano di ergonomia e massima precisione e tranquillità per il chirurgo.

L’ operatore compila la cartella anestesiologica con la paziente comodamente seduta prima di ricevere l’anestesia

Insomma la sala chirurgica è un luogo di notevole importanza in uno studio dentistico che effettua chirurgia a 360 gradi. I protocolli di controllo delle infezioni e della sterilità sono dettati dai protocolli che avvengono in ambienti ospedalieri, con la differenza che in un ambulatorio odontoiatrico è minore il rischio di infezioni nosocomiali (le infezioni che avvengono tanto frequentemente negli ospedali) visto il numero esiguo di persone che frequentano lo studio (la massima portata del nostro studio più grande, quello di via Donghi, è di 11 persone sommando aree cliniche e paracliniche).

Prima di entrare nella sala chirurgica lo staff clinico (chirurgo, assistente e ferrista) effettuano il lavaggio delle mani chirurgico che segue un preciso protocollo ed è seguito dalla vestizione con camice e guanti sterili. Una assistente non sterile ma pulita (nel senso che indossa camice monouso non sterile e guanti monouso non sterili) può “toccare” cassetti, mouse, uscire dalla sala per varie necessità e occuparsi della importante documentazione fotografica (tutti gli interventi vengono documentati per tutela del paziente nel massimo rispetto della privacy).

L’accurato lavaggio delle mani del chirurgo dopo avere indossato gli occhiali ingrandenti
Il protocollo di lavaggio della mani della Organizzazione Mondiale della Sanità

Insomma, come spesso avviene in chirurgia, il discorso è “semplice ma non semplicistico”. Anni di studio e precisi protocolli hanno portato a risultati semplici per il paziente e mininvasivi nel rispetto della sicurezza e della sterilità. Diffidate della implantologia fatta “in maglietta” o della chirurgia fatta da dentista+assistente. Almeno bisogna essere in tre (chirurgo, assistente e ferrista) o meglio in quattro (chirurgo, assistente, ferrista, assistente non sterile). La formazione di tutto lo staff clinico e paraclinico è minuziosa e sempre uguale per essere ripetibile da chiunque sia presente in studio quel giorno.

Una delle macchine fotografiche ad uso odontoiatrico dei nostri studi
Lo staff al completo (operatore, assistente, ferrista, assistente non sterile) durante un intervento di routine di implantologia

Ortodonzia con allineatori :

di Sara Drago

Oggi parliamo di ortodonzia con allineatori.

Sarà capitato anche a voi di imbattervi in post di aziende che propongono ortodonzia con allineatori a prezzi molto competitivi.

Quando si domanda come ciò sia possibile, la spiegazione fornita è che “vengono eliminati tutti gli intermediari”.

L’eliminazione degli intermediari può significare a nostro avviso due cose:

– eliminazione dei costi di sviluppo del prodotto;

– eliminazione dei costi di consegna, manutenzione e follow up del caso da parte del medico.

I costi di sviluppo del prodotto possono avere una ricaduta sulle caratteristiche meccaniche, chimiche e di progettazione degli allineatori, come il grado di rigidità, spessore, trasparenza e la biocompatibilità del polimero utilizzato per la termostampa (non dimentichiamo che le aziende leader del settore hanno investito per anni in ricerca e hanno fatto tesoro dell’esperienza accumulata). Anche il software utilizzato per la programmazione dell’allineamento richiede un certo grado di sviluppo nella segmentazione e elaborazione delle immagini per condurre a un risultato di qualità.

Nel secondo caso, vengono eliminate alcune fasi di lavoro del medico.  Gli allineatori vengono consegnati direttamente al paziente che può cambiarli da solo, senza un vero programma di verifiche in presenza che consentano di stabilire se il movimento effettivo dei denti abbia seguito quello progettato e riducendo la frequenza di altri interventi del dentista (riduzione interprossimale, creazione di bottoni ritentivi) volti a migliorare lo spostamento dentale.

È come acquistare un’auto: la differenza di prezzo molte volte si traduce in una diversa

  – comodità del viaggio,

  – estetica del prodotto e del risultato,

  – rifinitura,

  – aderenza ai tempi di consegna dichiarati,

  – assistenza personalizzata.

Non tutto quello che costa vale,

ma quello che vale, generalmente, ha un costo e la scelta è libera solo se consapevole.

LA SENSIBILITA’ DENTALE :

Mangiare un gelato, bere una cioccolata calda o una spremuta d’arancia, sono diventati un fastidio per i vostri denti più che un piacere per il palato? Con molta probabilità è perché soffrite di sensibilità dentale, uno dei problemi più diffusi a carico del cavo orale, insieme alla carie, tanto che le stime dicono che almeno metà della popolazione mondiale accusa questo disturbo.

Cosa si intende per sensibilità dentale?

Si definisce sensibilità dentale la sensazione dolorosa che proviamo, a uno o più denti, quando questi entrano in contatto con cibi dolci, caldi, freddi o troppo acidi, se mastichiamo o spazzoliamo i denti in modo energico, oppure quando inspiriamo dalla bocca aria fredda.

Chi è soggetto a questo disturbo?

Fondamentalmente, l’ipersensibilità può interessare qualsiasi paziente a qualsiasi età.

Tuttavia, vi è una maggiore prevalenza nella popolazione d’età compresa tra i 20 e i 40 anni, in particolare di sesso femminile, e nei soggetti affetti da malattia parodontale.

Perché i nostri denti diventano sensibili?

La sensibilità dentale è causata dall’esposizione della dentina.

I nostri denti sono costituiti da diversi strati, di questi il più esterno è lo smalto.

Il compito della smalto è quello di proteggere la dentina sottostante che, a sua volta, serve da scudo per la polpa, ricca di vasi sanguigni e terminazioni nervose e per questo motivo molto sensibile ai cambiamenti di temperatura e alle sollecitazioni meccaniche.lo smalto tuttavia non ricopre le radici e i colletti (zona di passaggio dalla corona alla radice normalmente protetta dal tessuto gengivale).

La dentina presenta migliaia di microscopici canali visibili solo al microscopio, detti tubuli dentinali. Quando la gengiva si ritrae, esponendo la zona del colletto, i tubuli vengono scoperti così che qualsiasi stimolo, che sia termico o chimico, provoca lo spostamento di un fluido simile al plasma all’interno dei tubuli. È proprio questo fluido che, dopo aver mangiato o bevuto cibi caldi o freddi, si muove all’interno dei canali e irrita i nervi del dente, generando dolore. Se osservati al microscopio i tubuli appaiono vuoti e sterili, quando invece si è in presenza della malattia parodontale, vengono colonizzati da parte di un notevole numero di batteri causando anche la necrosi settica del dente.

 Come porre rimedio al disturbo della sensibilità dentale?

Quando si accusa un forte dolore ai denti a causa della sensibilità, la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio dentista che, dopo una visita accurata, sarà in grado di stabilire qual è la causa di tale ipersensibilità e consigliarvi il trattamento più corretto per risolvere il vostro problema.

Se vengono escluse patologie come carie, parodontite e gengiviti, a casa possiamo intervenire con l’uso di dentifrici o vernici desensibilizzanti che si possono trovare in farmacia o nei supermercati più forniti. Le accortezze da seguire sono semplici:

– andare regolarmente dal dentista

– praticare una corretta tecnica di spazzolatura, evitando un eccessivo vigore o una frequenza più elevata di quella raccomandata dal dentista; non lavare i denti subito dopo i pasti ma attendere circa 30 minuti, tempo necessario affinché il potere tampone della saliva abbia neutralizzato l’effetto demineralizzante dei cibi acidi

Gli spazzolini morbidi sono banditi, ma utilizzare spazzolini non abrasivi, con setole tagliate in modo tale da non essere aggressive nei confronti della dentina esposta

  • utilizzare un dentifricio specifico a bassa abrasività per i denti sensibili, contenente fluoro
  • usare il filo interdentale per prevenire le malattie parodontali che possono dare origine alla recessione gengivale
  • fare attenzione alla propria dieta, limitando il consumo di alimenti acidi* che possono comportare l’usura dello smalto dei denti quali succhi di frutta, vino, aceto e bibite
  • se si digrignano i denti, chiedere al  dentista se sia il caso di usare un bite notturno

Come interverrà il dentista?

In caso di erosione e/o abrasioni, l’odontoiatra risolverà il problema ricostruendo i colletti; lo smalto perso viene ricostruito con il composito, quel materiale utilizzato nelle otturazioni, ricoprendo così i tubuli dentinali.

COS’È LO SBIANCAMENTO DENTALE PROFESSIONALE?

Ogni giorno presso le nostre  cliniche Dental One si presentano molti pazienti chiedendoci di sbiancargli i denti .
Le domande sono sempre varie e in alcuni casi, anche bizzarre.
Una cosa è certa. In giro c’è ancora molta confusione su cosa sono gli sbiancamenti dentali professionali e a che cosa servono.
Proviamo a rispondere…

Lo sbiancamento dentale è la soluzione ideale per trasformare la tua risata in un’occasione piacevole, per te stesso e per chi ti circonda. Si tratta di una procedura che permette di migliorare il colore dei denti, rendendoli sicuramente più bianchi. Ricordiamoci che i denti per natura si presentano in tonalità che possono variare dal giallo chiaro al grigio al marrone. È chiaro quindi che sottoporsi allo sbiancamento dentale da un professionista sarà profondamente diverso dal fai da te.

COME FUNZIONANO  GLI SBIANCAMENTI DENTALI ?

prodotti per sbiancare i denti funzionano grazie alla liberazione di ossigeno presente al loro interno nel momento in cui vengono posti a contatto con i denti. Queste molecole di ossigeno assorbite dai tessuti duri dentali (smalto e dentina) vanno a disgregare le molecole responsabili dell’alterazione cromatica.

Dentifrici ed altri prodotti sbiancanti, possono rimuovere o mascherare le macchie sulla superficie dei nostri denti, ma nulla possono sui pigmenti all’interno dello smalto. La letteratura scientifica dimostra che l’unico principio efficace nel neutralizzare tali pigmenti è appunto l’ossigeno rilasciato dai trattamenti sbiancanti professionali.

Tuttavia, le procedure di sbiancamento non funzionano se sui denti ci sono macchie di fumo o di caffè, o se c’è accumulo di placca e tartaro: pertanto queste alterazioni devono essere rimosse il giorno stesso della seduta sbiancante.

Lo sbiancamento può essere effettuato in studio dal  dentista dall’ igienista  oppure, come nel caso dello sbiancamento domiciliare, dal paziente stesso durante le ore notturne.

È importante sottolineare che lo sbiancamento dentale agisce soltanto sui denti naturali, mentre non agisce su corone protesiche, otturazioni o altro materiale da restauro presente nel cavo orale.

QUALI SONO I VANTAGGI?

Mostrare un sorriso sano è il modo migliore per presentarsi, e denota una cura di sé e del proprio corpo che non dovrebbe mai mancare. Quali sono i vantaggi?

  • non danneggia lo smalto dentale
  • non danneggia le gengive
  • può essere fatto ogni qual volta lo si desidera
  • risultati visibili fin da subito
  • nessuna sensibilità dentale

LA DEVITALIZZAZIONE DI UN DENTE :

Questa pratica spesso consente di evitare una possibile estrazione, mantenendo il proprio dente ed evitando l’inserimento di un impianto. Infatti mantenere il dente proprio deve essere sempre la prima scelta. Gli impianti per quanto sono una valida alternativa nel sostituire un dente perso ancora non sono paragonabili al proprio dente.

Purtroppo spesso i pazienti non sono adeguatamente informati. Perché fare una devitalizzazione? Quando è necessaria? Ma, soprattutto, un dente devitalizzato fa male? Ecco tutti i dettagli.

Cosa succede al dente dopo la devitalizzazione?

Cos’è la devitalizzazione del dente? Devitalizzare un dente vuol dire asportare la polpa del dente, vale a dire la parte viva in cui passano vasi e nervi. Questa soluzione viene presa in considerazione quando i denti sono gravemente danneggiati da un trauma  o da una carie profonda che è giunta fino alla polpa.

In estrema sintesi, la devitalizzazione consiste in una terapia canalare che consente  all’odontoiatra di rimuovere la parte danneggiata, ripulire la parte corrotta, rimuovere i vasi e i nervi per poi riempire il tutto con un materiale capace di sigillare interamente il canale del dente.

In una prospettiva conservativa, la devitalizzazione del dente è una delle soluzioni migliori per salvare i denti da eventuali estrazioni.

Quanto costa una devitalizzazione?

Molto dipende dal tipo di intervento e dal dente che si vuole operare. Ci sono infatti denti con un solo canale come incisivi e canini o denti con due, tre e a volte anche 4 canali come premolari e molari.

Quando si deve devitalizzare un dente

Un dente deve essere sottoposto a terapia canalare quando la polpa, tessuto molle ricco di nervi e vasi sanguigni, si infiamma o si infetta causando forti dolori prolungati e un’elevata sensibilità dentale che rende difficile mangiare e bere anche cibi e bevande a temperatura ambiente.

Le cause dell’infezione e dell’infiammazione del dente possono essere diverse, le più comuni sono la carie non curata che raggiunge la polpa o traumi che portano alla rottura e alla scheggiatura del dente. In entrambi i casi è importante verificare la robustezza del tessuto parodontale  per valutare se sia possibile procedere con la devitalizzazione oppure è necessaria l’estrazione del dente.

Cosa succede dopo aver devitalizzato il dente

Per giorni successivi all’intervento può capitare che il dente sia sensibile e dolorante, ma questa sensazione passa in poco tempo e comunque può essere tenuta sotto controllo con l’assunzione di farmaci.

Quello che è importante è evitare di masticare e mordere con il dente devitalizzato, almeno fino a quando non si sarà proceduto all’otturazione o all’incapsulamento. Il dente non ricostruito infatti è molto più fragile e quindi soggetto a traumi e fratture.

In genere dopo l’intervento di devitalizzazione è bene seguire una buona igiene orale e sottoporsi a visite di controllo e sedute di igiene orali periodiche.

Che cos’è una corona dentale chiamata anche capsula al dente? Scopriamolo insieme.

Il ruolo di una corona dentale è di proteggere il dente da infezioni e patologie quali carie e piorree, nonché da fratture di elementi dentali devitalizzati. Attualmente ve ne sono di diverse tipologie: oggi vedremo le caratteristiche della corona in zirconio.

La corona in zirconio è una soluzione moderna ed efficace per sostituire i denti mancanti. Il materiale utilizzato per la corona è lo zirconio, mentre la parte esterna della stessa è in ceramica. Ciò garantisce alla capsula un’elevatissima resistenza, oltre che a un’estetica incomparabile a nessun altro tipo di corone dentali. Le corone in zirconio sono inoltre più leggere di quelle in metallo-ceramica e fino al 50% più resistenti.

-Capsula al dente: quando è necessaria?

-Come si applica la corona dentale?

-Durata della corona dentale

-Vantaggi

Capsula al dente: quando è necessaria?

La capsula dentaria è necessaria in presenza di un dente ricostruito, al fine di renderlo più resistente ed evitarne la frattura. Inoltre si consiglia la capsula dentaria in seguito a devitalizzazioni e per migliorare l’estetica del dente stesso, intervenendo sul colore scuro che il dente può assumere in seguito alla terapia. Si ricorre anche all’incapsulamento in presenza di un dente fratturato o scheggiato, oppure in virtù di questioni estetiche legate alla forma o al colore dello stesso.

Come si applica la corona dentale?

L’applicazione di questo tipo di corona si applica in più di una tappa, perciò è utile scindere i vari step.

 Il dente viene devitalizzato, così da evitare i dolori che possono sorgere quando il dente è vivo.
– Il dente viene poi monconizzato nella parte della ricostruzione con perno endocanalare, fino a quando si ottiene lo spessore e la dimensioni necessarie per l’inserimento della capsula.
– Si prende l’impronta e si procede con la preparazione della corona artificiale.
– Mentre si realizza la corona definitiva si applica sul dente preparato una corona provvisoria.
– Alla fine del processo si cementa la corona dentale definitiva.

Durata della corona dentale

La durata di questo sistema dipende da più di un fattore:

– Igiene orale: per una corretta igiene dentale conviene lavarsi i denti almeno due volte al giorno, dopo ogni pasto, fare pulizia professionale ogni sei mesi e fare le visite periodiche di controllo protesiche dal dentista.

Vantaggi

  • Questo tipo di corone sono più leggere che quelle in metallo ceramica ma fino a 50% più resistente;
  • La zirconia dentale è assolutamente compatibile con l’organismo umano. Questo non è un metallo e non causa nessun tipo di allergia;
  • Il colore bianco della zirconia permette l’utilizzo delle corone per un periodo più lungo. Con le corone in zirconio non sarà mai visibile il metallo, anche se si ritira la gengiva o salta via un pezzettino di ceramica;
  • Questo materiale è in grado di limitare l’adesione della placca batterica;
  • L’ossido di zirconio non è trasparente alla luce a differenza della ceramica pura, pertanto anche i denti grigi essendo ricoperti, possono diventare molto estetici;
  • La corona in zirconio possiede infine anche una bassa conducibilità termica (perché è senza parti metalliche) che ti permette di mangiare cibi caldi e freddi senza provare sensazioni spiacevoli causate dalla temperatura.

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