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Tag: dental one

MA QUANDO È COMPARSO IL PRIMO DENTIFRICIO?

E COME SI LAVAVANO I DENTI PRIMA?

Non siamo riusciti a trovare informazioni certe sui primissimi antenati del dentifricio. Pare che già gli antichi Egizi nel 5000 a.C. avessero l’abitudine di pulire i loro denti (secondo i ritrovamenti di alcuni manoscritti).

Con certezza si può affermare però che Greci e Romani provvedessero in qualche  modo alla loro igiene orale. Le donne romane si dice masticassero una resina aromatica per profumare la bocca. Sicuramente venivano usati miscugli di ingredienti per creare dentifrici molto abrasivi: ossa tritate e conchiglie d’ostrica erano gli ingredienti principali, probabilmente utilizzati con l’ausilio di stracci  di cotone o lino. L’aggiunta delle spezie o di carbone era utile invece per migliorare l’alito.

Polveri di vario tipo comunque sono state usate per l’igiene dentale sino al XIX secolo!

Alla fine del Cinquecento si parlava di “bianco dentario” e di “sapone per i denti”, il che fa presupporre l’utilizzo di prodotti per la pulizia dei denti.

Dunque sino al XIX secolo il dentifricio era una polvere abrasiva utilizzata per togliere i residui di cibo dai denti, e spesso non aveva un buon sapore. Grazie all’aggiunta di glicerina e di altri ingredienti invece, verso la fine del 1800 divenne molto più simile a ciò che utilizziamo oggi, ossia una pasta con una consistenza e un sapore gradevole.

Dovremo però attendere il 1873 per la produzione industriale e la diffusione di massa.

Circa 20 anni più tardi infatti nacque la Dr Sheffield’s Creme Dentifrice, la crema dentifricia proposta finalmente nel tubetto morbido spremibile (sino a quel momento il dentifricio era venduto in tubetti di vetro).

Fu la Colgate nel 1896 a dare il via alla commercializzazione su vasta scala del dentifricio nel tubetto spremibile inventato da Sheffield.

Nel XX secolo poi ci sono state alcune sostanziali modifiche alla composizione della pasta dentifricia, ma Colgate ha aperto la strada al dentifricio così come lo conosciamo oggi.

FISIOTERAPIA DENTALE

In molti casi il dolore, il mal di testa e gli altri sintomi associati ai disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare possono migliorare se trattati precocemente. La fisioterapia ricerca l’equilibrio tra mandibola e capo attraverso una rieducazione muscolare e articolare che si avvale di particolari trattamenti manuali finalizzati alla gestione e/o risoluzione del dolore, al recupero della funzione articolare e muscolare del sistema masticatorio e cervicale e alla correzione posturale. Ricordiamo che i primi sintomi a carico dell’ATM sono leggeri e solamente funzionali, ma non devono essere sottovalutati in quanto possono poi accentuarsi fino a provocare modificazioni strutturali della stessa articolazione e disfunzioni  a diversi livelli dell’organismo;  le ATM, infatti, non devono essere considerate a sé stanti ma come strutture facenti parte del complesso sistema masticatorio, considerato come unità funzionale fisiologica, in cui sono integrati numerosi meccanismi che influiscono sul corretto funzionamento del sistema in toto, ovvero va sottolineato come anche i disturbi digestivi sono legati ad una masticazione scorretta dovuta ad un difetto di allineamento dei denti.

Ancora una volta la funzione più importante dell’apparato stomatognatico si dimostra ancora oggi quella di masticare!

Le riabilitazioni orali

I nostri denti non hanno solo una funzione masticatoria, ma anche sensitiva infatti continuano ad informare il cervello (insieme ad altre strutture) sulla posizione della bocca; il cervello elabora queste preziose informazioni e restituisce una risposta motoria che ci permette di usare i nostri muscoli in modo coordinato quando mangiamo o parliamo per esempio. Nel momento in cui per ragioni odontoiatriche è necessario cambiare l’appoggio dentale è possibile che anche la muscolatura ne risenta.

In DENTAL ONE è possibile fare una valutazione funzionale della muscolatura masticatoria e cervicale che si inserisce nel percorso odontoiatrico , inoltre, dove indicato, viene prescritto un programma di rieducazione muscolare attraverso esercizi e manipolazioni.

Il piano di lavoro che coinvolge congiuntamente Osteopatia e Gnatologia ha un obiettivo ben preciso: si cerca attraverso la manipolazione della colonna e del distretto cranio-facciale di correggere le deviazioni del baricentro che generano le deviazioni masticatorie e successivamente si applica un sistema di centratura della mandibola (bite) che aiuta la bocca a guarire dalle alterazioni create dall’errata masticazione.

Senza questo approccio congiunto non sarebbe possibile correggere durevolmente i problemi sopracitati, ma la osteopatia odontoiatrica rischierebbe di essere esclusivamente un sistema di ridurre temporaneamente i sintomi.

Fisioterapia in ambito odontoiatrico

L’appoggio dentale influisce in modo rilevante sul tono (tensione a riposo) e sulla funzionalità (capacità di contrazione) della muscolatura facciale ed in alcuni casi cervicale.

Nei disordini temporo mandibolari  vengono interessate strutture di diversa natura: le articolazioni (ATM) che possono avere un movimento limitato o rumoroso; i muscoli spesso contratti per lunghi periodi di tempo; i denti che nei casi più gravi si usurano. Data la complessità degli elementi coinvolti, è da preferire un approccio multidisciplinare al fine di curare il paziente da tutti i punti di vista.

In quest’ottica la stretta collaborazione tra la Dottor Giorgio Magnano  (Gnatologo) e il fisoterapista, è un punto di forza prezioso per le nostre cliniche , infatti in fase di consegna del bite viene svolta una valutazione congiunta del distretto cranio-cervicale che consiste in un vero e proprio “BILANCIAMENTO MUSCOLARE” del bite. In seguito, quando indicato , attraverso precise manipolazioni si ristabilisce una corretta funzione muscolare e si aumenta la mobilità articolare dove possibile.

In secondo luogo, tramite esercizi mirati, migliora la forza ed il coordinamento (propriocezione) delle strutture muscolari. Agendo principalmente su questi elementi si attua una vera e propria rieducazione del sistema masticatorio e cervicale, che quindi riacquista una migliore funzionalità.

Perché è meglio mettere i denti mancanti?

È meglio sostituire i denti mancanti con denti protesici – con impianti, con ponti, etc. – perché, diversamente, gli altri denti si inclinano verso gli spazi vuoti, creando spesso problemi di malocclusione e parodontali e all’articolazione della mandibola (ATM).

Né va trascurata la diminuzione dell’efficienza masticatoria (con possibili problemi gastrici e intestinali), possibili problemi nella deglutizione e nella fonazione e la negativa componente estetica e psicologica che, più frequentemente di quanto si creda, porta ad abitudini viziate e tic comportamentali.

La soluzione ideale è l’implantologia perché permette di ottenere i migliori risultati sia a livello funzionale che estetico.

In cosa consiste l’intervento? Il dentista procederà al posizionamento di una o più radici artificiali che sostituiranno i denti mancanti. Si tratta di un intervento assolutamente non doloroso (meno rispetto ad una devitalizzazione o ad un’estrazione).

L’impianto a carico immediato

L’impianto a carico immediato in particolare permette di applicare i denti fissi direttamente dopo l’inserimento degli impianti, in modo che il paziente possa tornare a casa subito con i denti nuovi. È possibile, in una singola seduta, inserire l’impianto e anche 10 o più denti fissi se necessario.

Per chi ha perso tutti i denti, è possibile procedere con le tecniche chiamate All-on-four o All-on-six. Questi interventi permettono di inserire in una sola volta quattro o sei impianti, sui quali poggerà poi una protesi fissa a carico immediato. Consentono in pratica di sostituire un’intera arcata dentale in un intervento.

Le cliniche Dental One adottano tecniche computer-guidate che permettono un’analisi accurata della bocca del paziente e garantiscono di conseguenza un’estrema precisione al momento dell’intervento nello stabilire il punto preciso dove andrà posizionato l’impianto. Potrete contare su livelli eccellenti di sicurezza, durata ed affidabilità, ottenendo risultati ottimali in tempistiche brevi.

Se volete riavere un sorriso perfetto in poco tempo l’implantologia a carico immediato è la soluzione ottimale.

Altre soluzioni

In caso non sia possibile procedere con un impianto, è possibile studiare altre soluzioni.

Protesi fissa

La protesi fissa sostituisce i denti mancanti con elementi stabili. Tra le protesi fisse più comuni c’è il cosiddetto ponte: va a sostituire uno o più denti mancanti e viene fissato ai denti adiacenti che vanno precedentemente limati.

Protesi mobile
La protesi mobile sostituisce una parte di arcata o anche l’intera arcata dentaria. È fatta apposta per essere rimossa e pulita quotidianamente dal paziente.

La protesi mobile può essere:

  • parziale: è formata da una struttura metallica chiamata scheletrato, che viene ancorato a denti naturali o artificiali (impianti) tramite ganci o attacchi.
  • totale: si usa quando non ci sono denti residui. È un apparato in resina o composito (dentiera) e può sostituire una o entrambe le arcate dentarie. Si poggia unicamente sulle mucose e sull’osso. Si tratta della soluzione più economica e meno complessa, anche se la forza masticatoria è ridotta e la stabilità può essere compromessa dal graduale riassorbimento osseo. L’utilizzo di materiali innovativi garantisce la validità funzionale ed estetica del risultato.
  • combinata: si tratta di una protesi rimovibile che viene però fissata a dispositivi di ancoraggio (solitamente impianti). Essendo quindi attaccata a perni artificiali è più duratura, perché non va ad intaccare la salute e la forza masticatoria dei denti naturali del paziente.
  • Protesi avvitata o cementata: si tratta di una protesi su impianti che però viene avvitata o cementata per permetterne la rimovibilità.

Qualsiasi siano le tue esigenze, puoi rivolgerti a noi di Dental One . Dopo un’analisi attenta ed approfondita, tramite strumenti all’avanguardia, ti sapremo consigliare le migliori alternative per curare il tuo sorriso e restituirti non solo una masticazione ottimale ma anche il risultato estetico che desideri.

La ricostruzione con perni dei denti “devitalizzati”

Quando un dente viene trattato endodonticamente (devitalizzato) le sue caratteristiche cambiano. Mutano le caratteristiche:

  •  fisico-chimiche (il dente si disidrata, cambia la struttura di  alcune molecole proteiche che lo costituiscono)
  •  biologiche (il dente non ha più terminazioni nervose al suo interno)
  • meccaniche (il sacrificio di sostanza dentale per accedere all’interno del dente stesso lo indebolisce).

La ricostruzione del dente trattato endodonticamente diviene quindi un importante completamento della cura endodontica che ha  come fine ultimo quello di preservare il dente stesso e la sua funzione. Di tutti i fattori che portano ad un indebolimento del dente trattato endodonticamente, sicuramente il più importante è la quantità di tessuto dentale che viene sacrificata perché compromessa dalla carie o per poter accedere alla camera pulpare ed eseguire la terapia endodontica. Una particolare importanza, a questo riguardo, va data alla zona marginale della corona del dente, cioè la zona più vicina alla gengiva, la cui persistenza consente di sfruttare il cosiddetto effetto ferula nella ricostruzione dentale. L’ideale sarebbe poter utilizzare materiali che fossero completamente biomimetici rispetto al dente, cioè avessero le stesse qualità fisiche e meccaniche di ciascuna delle diverse parti del dente che sono andate perse. Rispetto ad alcuni anni fa, quando la merceologia offriva materiali meno sofisticati, si sono fatti passi da gigante dovuti specialmente alle nuove tecniche adesive ed alla introduzione di materiali compositi molto performanti.

Ricostruzione con perni endocanalari

Quando il tessuto dentale residuo è scarso si ricorre al posizionamento di un perno endocanalare, la cui principale funzione è sostenere il restauro coronale sfruttando la ritenzione garantita dal suo inserimento nei canali radicolari. Poiché anche il posizionamento di un perno endocanalare non è scevro da rischi, si ritiene che vi sia un’indicazione al suo utilizzo quando siano residuate meno di 2 pareti dentali assiali valide. Una parete assiale dentale è valida se alta almeno 2 mm e spessa almeno 1mm. Ovviamente è il clinico che valuta da caso a caso in base alle forze della masticazione, alla qualità del resto della dentatura, al tipo di ricostruzione dentale progettata, se sia il caso o no di utilizzare un perno. Le caratteristiche ideali del perno endocanalare dovrebbero essere: trasferire gli stress della masticazione a tutta la sostanza della radice dentale, conferire rigidità alla ricostruzione per contrastare le forze flettenti che agiscono sulla corona del dente. Il perno endocanalare dovrebbe aderire perfettamente alla dentina radicolare e consentire il massimo risparmio di sostanza dentale per non infragilire il dente.

Perni: materiali utilizzati

Fino ad oggi, molto spesso sono stati utilizzati perni in lega aurea prodotti in laboratorio o perni in acciaio del commercio od addirittura viti endocanalari. Negli ultimi anni sono stati introdotti perni indiretti in carbonio rinforzati con fibre. La struttura di questi perni è costituita da fibre di carbonio allineate longitudinalmente unite solidamente da una matrice di resina epossidica. Sono dotati di un’elevata resistenza tensile ed alla fatica. Questi perni dimostrano di avere buona resistenza, assenza di corrosione, maggior elasticità rispetto ai perni in metallo e conferiscono una miglior distribuzione dello stress sulle pareti delle radici. Una delle caratteristiche che consigliano la scelta di questo tipo di perni rispetto ai perni fusi prodotti in laboratorio è che per il loro posizionamento in sede intracanalare è necessario un sacrificio di sostanza radicolare pari alla metà di quello necessario per i primi. Ciò riduce di molto il rischio di fratture radicolari. Inoltre il trattamento risulta essere rapido ed economico, come mostrato dal filmato: non c’è necessità di eseguire impronte o ricorrere all’aiuto di un laboratorio odontotecnico. Nei casi estetici è possibile utilizzare una variante bianca di questi perni che si mimetizza molto bene nel contesto dentale. Controindicazione all’uso di questi perni è la mancanza di un buon effetto ferula (quando manca il tessuto dentale al colletto), perché potendo flettersi maggiormente sotto i carichi masticatori, risulta più facile la loro decementazione  dalla radice; inoltre sono controindicati nei denti molto piccoli(incisivi inferiori  per esempio) perché non possono supportare ricostruzioni adeguate. In questi casi si preferiscono ancora i perni fusi in oro.

Applicazione dei perni

Il posizionamento del perno in fibra presuppone la preparazione di un adeguato alloggiamento nella radice dentale. Questo avviene a mezzo di frese adatte calibrate come si vede nel filmato. La preparazione deve limitarsi a circa la metà della lunghezza radicolare, preservando almeno 4 – 5 mm di guttaperca all’apice radicolare per garantire il sigillo apicale della cura endodontica. I perni hanno forma conica proprio per rispettare le parti più profonde e sottili delle radici. I perni vengono cementati con cementi resinosi le cui qualità adesive vengono ottimizzate da procedure corrette di condizionamento dentinale. Ciò significa che è  necessaria un’ottima detersione dello spazio radicolare dove  si inserirà il perno, la sua mordenzatura, la disattivazione mediante lavaggio con clorexidina degli enzimi collagenolitici che possono compromettere nel tempo la stabilità del legame adesivo. Sono necessari il trattamento con primer dentinale e l’uso di un cemento duale cioè che polimerizzi sia grazie alla  fotopolimerizzazione che grazie all’autopolimerizzazione dato che la luce alogena non penetra la cavità radicolare. Anche l’inserimento del cemento nella cavità non è scevro da rischi, specie per la possibile formazione di vuoti che esitano in una cementazione incompleta. Ancora una volta è evidente che anche una procedura routinaria della pratica clinica odontoiatrica necessita di approfondite conoscenze e capacità valutative a 360° per fornire il meglio ai nostri pazienti. Per maggiori informazioni sulla ricostruzione con perni contattate uno dei nostri studi DENTAL ONE e riceverete tutte le risposte!

Il dolore orofacciale: sintomi e consigli per affrontare al meglio questo disturbo

Il dolore orofacciale è un disturbo molto fastidioso che può coinvolgere il viso e la testa. Questo problema può essere associato ad alcune patologie dentali, anche se spesso le cause sono da ricercare altrove.

Il dolore orofacciale può colpire il viso, la testa, il collo o l’interno della bocca e fa riferimento a una branca dell’odontoiatria specializzata nella diagnosi e nella cura del dolore non dentale. Questa condizione è associata ad alcuni disturbi, tra cui i più frequenti sono quelli muscoloscheletrici e in particolare i temporomandibolari (ATM), che coinvolgono le articolazioni deputate al movimento della mandibola e colpiscono anche i muscoli che permettono di masticare e parlare, oltre che altre strutture associate.

Il dolore orofacciale colpisce più di frequente le donne, anche se circa il 5-12 per cento delle persone può sviluppare disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare.

Una delle manifestazioni di questa patologia è il dolore miofasciale, per cui il dolore si localizza in una parte diversa del corpo rispetto a quella in cui ha origine: si parla in questo caso di “dolore riferito“. Se il paziente, ad esempio, presenta dolore ai denti senza una causa correlata, questo potrebbe essere “riferito” da altri muscoli del viso o della testa.

Un’altra tipologia di dolore orofacciale è la nevralgia del trigemino. In questo caso, il dolore si presenta come breve, acuto, lancinante e intenso e può essere provocato da azioni normalmente innocue, come ad esempio toccarsi leggermente il viso, lavarsi i denti, parlare, masticare o radersi.

La sindrome della bocca che brucia è un’altra forma di dolore orofacciale, che implica una sensazione di bruciore nella bocca e di frequente anche nella lingua.

Anche l’emicrania localizzata nel viso può essere confusa con un dolore dentale o facciale, mentre spesso è sintomo dei disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare e della cefalea, che possono presentarsi in contemporanea e provocare un aumento di intensità o una cronicizzazione del problema.

In generale, il dolore è un’esperienza personale, spesso complicata da spiegare. È però molto utile per i medici sapere dove è localizzato, se è sempre presente o intermittente, la sua durata e qualsiasi sintomo associato. Descrivere il dolore può aiutare anche a localizzare le sue cause: ad esempio, nel caso in cui il dolore sia simile a scosse elettriche, è possibile un coinvolgimento dei nervi. Se invece il dolore si manifesta all’apertura della bocca, o quando si mastica o parla, potrebbe trattarsi di un disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare.

Per questo è importante parlarne e affidarsi alla competenza di esperti e specialisti, come quelli della Dental One , in grado di trovare la diagnosi e le cure giuste in base alle specifiche patologie.

Le Amalgame (dette otturazioni grigie o piombature)

L’amalgama dentale è una miscela di mercurio (~ 50% del contenuto totale), argento (~22-32%), stagno (~11-14%), rame (~ 6-9%), zinco (~2%).
I meccanismi dell’azione nociva del mercurio rilasciato dagli amalgami dentali possono essere i seguenti:

  • allergologici
  • sensibilizzazione immunitaria ad orologeria
  • immunotossicologici
  • elettrogalvanici
  • tossici (dovuti alla metilazione che avviene nel tempo del mercurio elementare in mercurio metilato)

In Dental One offriamo piani terapeutici per favorire la sostituzione delle vecchie otturazioni in amalgama con otturazioni in composito,

Le otturazioni in amalgama sono sostituite con otturazioni bianche o con intarsi in materiale composito dello stesso colore del dente naturale: questi materiali di ultima generazione sono dotati di ottime caratteristiche biologiche e meccaniche, prive di metalli e impurità e quindi assolutamente inerti e biocompatibili

Meglio lo spazzolino elettrico o quello manuale? Il consiglio della Dental One :

Con questo articolo la Dental One vi vuole illustrare le principali differenze tra lo spazzolino elettrico e quello manuale. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di queste due tipologie di spazzolino? Quello elettrico garantisce davvero una pulizia dei denti più accurata rispetto la versione manuale?

Chiariamo subito che, elettrico o manuale, ciò che più conta è imparare a utilizzare in maniera ottimale lo spazzolino scelto e dedicare il giusto tempo alla pulizia dei denti.

LO SPAZZOLINO ELETTRICO

In commercio esistono diversi modelli di spazzolini elettrici, ma la modalità di spazzolamento è pressoché la stessa. Esistono spazzolini elettrici con testine rotonde o rettangolari, in grado di eseguire movimenti rotatori, oscillatori, laterali a bassa o alta frequenza.

Il consiglio di noi in Dental One è quello di acquistare spazzolini elettrici con testine rotanti circolari, che assicurano movimenti oscillatori e rotatori tali da rivelarsi più efficaci sia per la rimozione della placca, sia per la prevenzione del sanguinamento gengivale.

LO SPAZZOLINO MANUALE

Se scegliamo uno spazzolino manuale, è nostro compito eseguire i giusti movimenti. Tuttavia, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, anche lo spazzolino manuale è realizzato per garantire una tecnologia piuttosto avanzata.

In genere lo spazzolino manuale presenta un manico dal design ergonomico, così da garantire una buona presa. Le setole, a seconda della loro forma, sono studiate per rispondere a diverse esigenze: raggiungere i punti più inaccessibili, lucidare e sbiancare i denti, massaggiare le gengive. Molti spazzolini manuali presentano anche dei tamponi pulisci lingua.

LO SPAZZOLINO DA SOLO NON BASTA

Secondo l’Associazione Nazionale dei Dentisti, lo spazzolino da solo non è comunque sufficiente a pulire bene i denti. Con lo spazzolino riusciamo a raggiungere solo il 40% della superficie da trattare e a rimuovere appena il 42% della placca. Non è quindi così determinante decidere se utilizzare uno spazzolino elettrico o manuale, quanto adoperarlo nel modo corretto.

Per una corretta igiene orale è necessario utilizzare anche il filo interdentale, che permette di rimuovere in profondità i residui di cibo. Ugualmente utile è il collutorio, che uccide i germi nei luoghi più difficili da raggiungere, riducendo così l’accumulo di placca batterica.

LA GIUSTA TECNICA DI SPAZZOLAMENTO

Che scegliate uno spazzolino elettrico o manuale, dunque, è la tecnica di spazzolamento a fare la differenza. Per pulire gli incisivi nel modo corretto, lo spazzolino va sempre mosso in direzione perpendicolare alla gengiva e sempre dalla gengiva verso il dente. Per pulire le fasce laterali, lo spazzolino va invece inclinato di 45°, così da rimuovere la placca batterica dal solco gengivale.

Altro fattore fondamentale per una corretta igiene orale è il tempo: per spazzolare correttamente i denti è necessario impiegare almeno 2 minuti per 2 volte al giorno. Più spesso accade che il tempo dedicato allo spazzolamento sia inferiore al minuto. Lo spazzolino elettrico è perciò più indicato per quanti non dedicano sufficiente tempo alla pulizia dei dente; utilizzando uno spazzolino manuale occorre più tempo per rimuovere le stesse percentuali di placca che vengono rimosse in un minuto da quello elettrico.

IL NOSTRO CONSIGLIO:

Lo spazzolino ideale è quindi quello che permette un facile impiego e un’adeguata eliminazione della placca. Se una persona ha sempre utilizzato lo spazzolino manuale con una tecnica di spazzolamento efficace, non ha motivo di passare a uno spazzolino elettrico. Di contro, lo spazzolino elettrico è estremamente utile per tutti coloro che possono avere difficoltà nell’uso dello spazzolino manuale: bambini, anziani e persone con limitata mobilità a braccia o mani. Alcuni modelli di spazzolini elettrici sono inoltre dotati di sensori di pressione, che segnalano una pressione eccessiva di spazzolamento, e di timer, che misurano il tempo effettivo di spazzolamento.

Recenti studi riportano che gli spazzolini elettrici con movimento rotatorio-oscillatorio rimuovono la placca e riducono la gengivite più efficacemente rispetto agli spazzolini manuali.

LA SEDAZIONE COSCIENTE IN ODONTOIATRIA :

La visita odontoiatrica porta spesso agitazione nel paziente. Ormai però è possibile rendere questo momento confortevole, e addirittura mantenerne un ricordo positivo e piacevole nel tempo. Come? Si chiama sedazione cosciente, è una pratica consolidata, semplice e innocua che si può proporre a bambini, adulti e anziani per tenere sotto controllo la componente emotiva e ansiosa.

Nella pratica odontostomatologica è comune che i pazienti abbiano manifestazioni ansiose esagerate, specialmente nei casi di   interventi di chirurgia orale, implantologia avanzata e parodontologia .  Questa “paura  del  dentista” meglio specificata con il termine di “odontofobia” può  risultare  un  vero  e proprio trauma per il paziente se non adeguatamente controllata.

La  sedazione  cosciente  in  Odontoiatria  risponde  quindi  a  tutta  una  serie  di  esigenze  etiche, farmacologiche e cliniche, che la rende particolarmente indicata per quei pazienti “difficili”, come gli odontofobici, i bambini, i malati psichiatrici, i disabili, gli anziani, e in generale tutti coloro che devono sottoporsi a degli interventi complessi di chirurgia orale  o implantologia

Come funziona la sedazione cosciente e perché si può definire come la tecnica migliore

La sedazione cosciente dal dentista prevede il seguente iter:

  1. controllo della storia clinica del paziente, con anamnesi dettagliata;
  2. prima dell’intervento odontoiatrico, è importante che il paziente segua in maniera precisa la terapia farmacologica prescritta dal clinico;
  3. il giorno della chirurgia, ottenimento della sedazione cosciente tramite ago cannula inserito endovena, che serve per la somministrazione dei farmaci;
  4. durante la  sedazione,  monitoraggio   costante   dei  parametri  vitali (frequenza cardiaca, pressione arteriosa, frequenza respiratoria, saturazione in ossigeno) e controllo ogni 5 minuti del livello di coscienza e risposta agli stimoli del paziente.

La sedazione cosciente endovenosa è una tecnica collaudata e che eseguiamo presso le nostre cliniche odontoiatriche DENTAL ONE e che  non ha rischi né effetti collaterali. Il  più grande vantaggio della sedazione endovenosa dal dentista è  quello  di  iniettare  farmaci  ansiolitici  direttamente  all’interno  di  una  vena  e  quindi  di  avere un’efficacia farmacologica massima. Tuttavia, è importante che venga eseguita in ambiente protetto , da uno specialista , o come nei nostri studi, dal Dottor Vittorio Magnano odontoiatra sedazionista.

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