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Categoria: Blog

Afte e lesioni della mucosa orale

Afte e lesioni della mucosa orale, cosa sono, da cosa sono causate e quali sono i rimedi? La stomatite aftosa ricorrente è la malattia ulcerativa più frequente della mucosa orale.

LE AFTE

La stomatite aftosa ricorrente è la malattia ulcerativa più frequente della mucosa orale.
In base alle manifestazioni cliniche, si distinguono tre forme:

  • AFTE MINORI
  • AFTE MAGGIORI
  • AFTE ERPETIFORMI
  • Le afte minori sono le più frequenti e la sede preferenziale è la mucosa del labbro inferiore. Hanno l’aspetto di ulcerazioni tondeggianti ricoperte da membrane biancastre (fondo bianco-giallastro), circondate da un alone eritematoso (rosso), molto dolorose. Hanno un diametro inferiore ad 1 cm e sono frequenti anche noi bambini.

    Guariscono spontaneamente nel giro di 10-15 giorni, ma in pazienti predisposti tendono facilmente a recidivare, per questo si tende a parlare di una patologia ricorrente.
  • Le afte maggiori (diametro maggiore di 1 cm) appaiono più frequentemente sulla mucosa delle labbra, palato molle e pilastri palatini. Richiedono un tempo di guarigione più lungo delle forme minori (anche fino ad 1 mese) e per la loro estensione sono più dolorose.
  • La stomatite aftosa erpetiforme è caratterizzata da gruppi numerosi di piccole ulcerazioni puntiformi, che durante l’evoluzione possono fondersi tra loro.

    Questa malattia viene spesso confusa con l’herpes simplex che tuttavia si manifesta solo sulla mucosa cheratinizzata del palato duro, del bordo vermiglio delle labbra, del dorso linguale e della gengiva fissa, e non sulla mucosa di guancia, pavimento della bocca e versante interno delle labbra, dove invece si trova una mucosa non cheratinizzata e dove si sviluppano le afte.

DA COSA POSSONO ESSERE CAUSATE LE AFTE?

Nonostante la stomatite aftosa sia da molto tempo oggetto di indagini cliniche e sperimentali, le cause non sono ancora chiare, ma vi sono fattori di natura esogena (esterni all’organismo) o endogena (interni all’organismo) che ne favoriscono la comparsa.

  • Traumi occasionali
    Morsicature, spazzolamenti energici, contatto con oggetti o cibi taglienti come lische di pesce o briciole, alimenti e bevande ustionanti, trattamenti odontoiatrici, protesi sporgenti, punture.
  • Microrganismi dannosi
    Batteri come gli Streptococchi, Virus come l’Herpes e funghi come la Candida, attivi soprattutto in concomitanza di un calo delle difese immunitarie nei portatori di protesi e apparecchi ortodontici o a causa di scarsa igiene orale e infezioni dentali o parodontali.
  • Fattori genetici
    L’afta tende a presentarsi se vi sono casi precedenti nelle propria famiglia, soprattutto nei gemelli omozigoti.
  • Fattori nutrizionali
    Anemia e scarso consumo di alimenti contenenti ferro, zinco, acido folico, vitamine del gruppo B.
  • Allergie
    Intolleranza a particolari cibi o bevande, sindromi allergiche causate da farmaci.
  • Condizioni psicologiche
    Eccessivo stress da lavoro o studio, stati d’ansia o depressione.
  • Fumo
    I fumatori sono più predisposti ad afta poiché il fumo induce cheratinizzazione della mucosa orale.

QUALI SONO I RIMEDI?

Generalmente le afte tendono a regredire spontaneamente sempre che la causa non sia una precisa patologia per la quale bisognerà appurarne le cause con appositi esami.

Le afte non sono contagiose, né pericolose. Tuttavia il dolore e i talvolta lunghi tempi di guarigione possono influenzare negativamente l’alimentazione, la vita sociale del soggetto e l’attività lavorativa. Per questo, in molti casi il trattamento si rende necessario più per il controllo del dolore e per velocizzare i tempi di guarigione, piuttosto che per la patologia stessa.

La diga dentale di gomma. Usi e vantaggi per il paziente

La diga dentale di gomma è uno strumento indispensabile per le cure odontoiatriche. Si tratta di un foglio di lattice dal quale, attraverso appositi buchi, si fanno uscire i denti su cui si deve lavorare; questo consente di isolarli dal resto della bocca e di poter lavorare in un campo asciutto e pulito. Solitamente viene utilizzato il lattice ma è disponibile anche in altri materiali per i pazienti allergici ad esso.

Durante le cure dentali la diga dentale viene tenuta tesa da un apposito archetto e rimane fissata ai denti attraverso degli appositi dispositivi di forma specifica per ogni misura di dente. Il suo utilizzo protegge il paziente dal contatto con sostanze dal gusto sgradevole o da sostanze che non devono venire a contatto con la gengiva, la lingua o le labbra e dall’ingestione o inalazione accidentale di strumenti. È importantissimo utilizzarla quando si usano materiali estetici.in quanto la loro adesione viene compromessa dall’umidità. In endodonzia è indispensabile per poter mantenere pulito il campo operatorio e adoperare, senza pericoli, strumenti e liquidi adeguati alla detersione dei canali radicolari. Durante i trattamenti di endodonzia (come le cure canalari o le devitalizzazioni dentarie) la diga dentale permette di ridurre drasticamente il rischio di contaminazione da parte dei batteri.

Perché noi utilizziamo la diga di gomma?

• Campo operatorio perfettamente asciutto e quindi libero da sangue e saliva.
• Campo operatorio con rischio ridotto di contaminazione microbica dal resto della cavità orale
• Campo operatorio con maggiore accessibilità e visibilità
• Assenza di rischio per il paziente di ingestione accidentale di materiali e liquidi
• Maggiore possibilità di eseguire il lavoro oltre che tecnicamente corretto anche esteticamente soddisfacente
• Più sicurezza per il paziente e per l’odontoiatra verso il rischio di contaminazione batterica crociata (dall’uno all’altro)
• Maggiore agio per il paziente senza aspiratori e divaricatori per guance e lingua
• Riduzione dei tempi di lavoro con maggiore agio per il paziente

L’utilizzo della diga odontoiatrica è uno dei primi biglietti da visita per verificare la qualità delle cure del tuo dentista.
L’odontoiatra che ha una buona visibilità del campo operatorio e che opera in un ambiente privo di sangue e saliva, è in grado di lavorare in modo accurato e pulito a tutto vantaggio della salute, della qualità e dell’estetica dei suoi pazienti.

Denti rotti o danneggati: le soluzioni per la ricostruzione

La rottura dei denti può avvenire in seguito ad un trauma e causare grossi disagi sia estetici che funzionali.

Al giorno d’oggi esistono diverse tecniche che consentono di ricostruire uno o più denti rotti, cariati o danneggiati dall’usura: in base al caso specifico il dentista consiglierà quale tipo di ricostruzione effettuare per un risultato ottimale.

Vediamo quindi quali sono le tecniche utilizzate in Dental One per la ricostruzione dentale.

Ricostruzione diretta dei denti in composito

Il composito è un materiale che viene utilizzato per ricostruire i denti rotti o scheggiati, con la tecnica della ricostruzione diretta.

Si definisce “composito” in quanto costituito da tre materiali di base: una resina, che conferisce al materiale finale la possibilità di essere modellato a piacimento dal dentista durante la ricostruzione dentale; un riempitivo minerale, composto da piccoli frammenti di materiale inorganico che, oltre a conferire la durezza del dente artificiale, lo rende visibile alla radiografia; infine un agente legante, che serve a far aderire al meglio tra loro gli altri due materiali.

Questo tipo di materiale viene usato anche per le otturazioni e garantisce garantire un elevato risultato estetico.  Il materiale composito è disponibile in una vasta scala di colori, quindi il dentista avrà la possibilità di prendere un pezzo di composito, avvicinarlo ai nostri denti e valutare quello che ha il colore più simile al colore naturale dei nostri denti, con un risultato finale del tutto naturale, consentendo al dente di riacquistare sia la forma che il colore originale.

Una ricostruzione in composito ha una durata media di 5 anni e il dente ricostruito ha una resistenza molto simile all’originale.

Nelle ricostruzioni in composito si utilizza una diga di gomma per isolare le varie fasi dell’otturazione dai liquidi salivari. L’intervento è piuttosto rapido.

Se il danno è profondo e ha interessato la polpa, il dente viene devitalizzato e poi incapsulato.

Le corone sono delle capsule che avvolgono tutto il dente proteggendo. Nascondono tutti i problemi estetici legati a traumi, carie e devitalizzazione.

Con i materiali più moderni vengono realizzate corone sottilissime (fino a 0,3 millimetri di spessore, che consentono di “incapsulare” il dente senza limarlo o comunque limarlo pochissimo.

Il dente viene preparato in alcune sedute e tramite l’impronta dentale la capsula viene realizzata con la migliore precisione.

In questa foto vi mostriamo il risultato di una ricostruzione estetica .

INSERIMENTO DELL’IMPIANTO DENTALE: I PASSAGGI PRINCIPALI:

L’inserimento dell’impianto dentale nella sede desiderata è un’operazione alquanto complessa, i cui passaggi principali sono, nell’ordine, i seguenti:

  • L’incisione della gengiva e il sollevamento di un lembo di quest’ultima, allo scopo di esporre l’osso mascellare o mandibolare sottostante;
  • La foratura dell’osso deputato a sostenere la vite endossea;
  • L’inserimento della vite endossea nel foro appena creato. È il momento più delicato dell’intera procedura. Da un buon inserimento della vite endossea dipende la solidità finale dell’intero impianto dentale;
  • L’aggancio alla vite endossea degli altri elementi costituenti l’impianto dentale.

È opportuno precisare che l’ultimo passaggio può avvenire o subito dopo l’inserimento della vite endossea (in questo caso, i dentisti parlano di “carico immediato”) o a distanza di qualche settimana dall’inserimento della vite, quando è in corso il processo di osteointegrazione.
In altre parole, quindi, l’inserimento dell’impianto dentale può svolgersi in una sessione unica oppure in due sessioni distinte.

Un impianto è composto da una particolare vite realizzata in titanio che, tramite chirurgia, viene inserita nell’osso sostituendo la radice del dente mancante. L’impianto si unisce con l’osso e dopo circa un mese riuscirà a sostenere una capsula di ceramica che riprodurrà perfettamente un dente vero.

Che cosa sono e a cosa servono i richiami di Igiene Orale ?

  • Che cosa si intende per richiami di igiene orale?

Il richiamo di igiene è una seduta tenuta da un professionista per ogni paziente e la frequenza dei richiami adatta è individuale e soggettiva.

  • Ogni quanto bisognerebbe fare la seduta di igiene orale professionale?

Facciamo chiarezza!

  • Fare troppe sedute d’igiene orale può far male?

Falso. Anzi, falsissimo!

È certamente utile consultare un professionista per ottenere una risposta adeguata alla propria salute.

Quindi qual è la risposta giusta?

Purtroppo, come sempre: DIPENDE.

Non esiste infatti una frequenza standard, ogni paziente è un caso unico.

Le sedute di igiene orale periodiche sono di fondamentale importanza per il mantenimento di una buona salute della bocca e garantiscono risultati positivi grazie alle cure odontoiatriche.

prima e dopo l’ablazione del tartaro

Solitamente la frequenza dei richiami si divide in:

– 1 anno per i pazienti senza malattie gengivali, carie e con una buona igiene orale domiciliare

– 6 mesi per pazienti fumatori, con un livello d’igiene orale non perfetto, con lievi problemi gengivali e di carie, o portatori di apparecchi ortodontici

– 4 mesi per pazienti con problemi parodontali cronici, cariorecettività, malattie sistemiche come il diabete, malattie cardiovascolari, osteoporosi grave, scarsa igiene orale, portatori di impianti, protesi fisse e mobili o apparecchi ortodontici

– 3 mesi per pazienti con gravi problemi parodontali, scarsa o nulla igiene orale quotidiana, malattie sistemiche invalidanti, portatori di protesi e impianti con scarso controllo, pazienti in gravidanza, pazienti oncologici.

Ricorda! Ogni richiamo ha la sua validità e una sua spiegazione, tutto dipende dalla valutazione della patologia trattata, dal rischio che la malattia possa riproporsi e dall’abilità e costanza del paziente di pulire bene i denti a casa.

Quando si parla di salute non si devono fare confronti con standard immaginari, ogni caso è differente.

Una cosa è certa. Chi si prende cura del proprio sorriso con responsabilità e costanza avrà bisogno di meno richiami!

Il sanguinamento gengivale

di Icardi Elisa

Partiamo da una certezza: una gengiva sana non sanguina.

Ti è mai capitato di vedere del sangue mentre usi lo spazzolino o il filo interdentale?

Il sanguinamento gengivale non deve essere mai considerato “normale” perché nella maggior parte dei casi è un segno clinico di infiammazione spesso legata ad uno scarso livello di igiene orale.

I disturbi gengivali possono aggravarsi nel tempo, ma se i sintomi vengono individuati tempestivamente è possibile agire per fermarli.

Il sanguinamento gengivale infatti può indicare la presenza di una gengivite, cioè un’infiammazione reversibile della gengiva, o della parodontite, un’infiammazione dei tessuti di sostegno del dente che può portare anche alla perdita dello stesso.

Quali sono le principali cause del sanguinamento gengivale?

La causa più comune è la placca batterica che si forma sulla superficie dei nostri denti.

I batteri depositandosi lungo il margine gengivale tenderanno piano piano a migrare sotto gengiva provocando uno stato infiammatorio dei tessuti che potranno apparire gonfi, rossi e tendenti al sanguinamento.

Per questo motivo è importante rimuovere la placca in maniera corretta con spazzolino, filo o scovolino, in base ai consigli del vostro igienista dentale.

Le cause del sanguinamento gengivale, però, possono essere anche legate ad altro:

– sbalzo ormonale (gravidanza, periodo mestruale)

– dieta sbilanciata e con carenza di vitamine

– farmaci che inibiscono la coagulazione del sangue

– utilizzo di setole dure o spazzolamento troppo energico

– trauma gengivale per uso scorretto del filo interdentale

Cosa fare se noti del sanguinamento?

L’errore più comune è quello di smettere di spazzolare o pulire gli spazi interdentali.

Non correre in farmacia a cercare il prodotto miracoloso ma prenota un appuntamento con il tuo igienista dentale o odontoiatra, che ti aiuteranno ad individuare la causa scatenante e a far tornare in salute il tuo sorriso.

Attenzione ⚠️Il fumatore spesso non nota sanguinamento gengivale, in presenza di infiammazione, poiché la nicotina presente nella sigaretta ha un’azione astringente dei vasi e quindi la gengiva tenderà a sanguinare meno o per nulla.

Parola d’ordine: ????????????????????????????????????????????.

TAC o panoramica? Da Dental One le trovi entrambe. Che differenza c’è?

Il “macchinario” per ortopantomografie, CBCT cone beam e radiologia alla ATM

Articolo realizzato dal Dott. Vittorio Magnano

Non tutti conoscono la differenza fra TAC, panoramica e CBCT cone beam. Possiamo dire subito che TAC e CBCT cone beam sono la stessa cosa o meglio che la prima è stata sostituita dalla seconda negli anni. Ma per comodità e per esigenze di comunicazione semplificata con il paziente, spesso si sente ancora dire la parola TAC. Nei nostri studi si fanno diagnostiche per immagini sia bidimensionali (la famosa “panoramica” o ortopantomografia) sia 3d (chiamiamola con il suo nome CBCT cone beam). Vediamole entrambe.

ORTOPANTOMOGRAFIA

La ortopantomografia o panoramica si dice in gergo che “serve a contare i denti”. In un certo senso è un esame più superficiale che viene usato per avere, appunto, una “panoramica” della bocca. E’ indispensabile in prima visita perchè ci aiuta a:

  • Identificare mancanze di denti totali o parziali
  • Identificare resti di radici di denti sotto gengiva non visibili a occhio nudo
  • Identificare carie di grossa dimensione
  • Identificare in maniera superficiale deficit ossei o riassorbimenti ossei
  • Identificare malattie parodontali diffuse o localizzate
  • Valutare qualità e quantità di osso
  • Identificare granulomi localizzati o diffusi, ovvero infezioni o infiammazioni in atto negli apici dei denti
  • Valutare la presenza e lo stato dei denti del giudizio
  • Identificare la posizione e lo stato di salute dei seni mascellari rispetto all’arcata superiore
  • Identificare la decorrenza di alcune strutture nervose nobili

Potremmo continuare ancora per un po’. Tuttavia la “panoramica” serve a tutto e a nulla allo stesso tempo. Una volta valutati gli aspetti soprastanti, essi vanno sempre confermati con una radiografia pericapicale che interessa la zona incriminata o, meglio ancora, con una indagine 3d (CBCT cone beam)

La ortopantomografia panoramica di un paziente in prima visita con grave malattia parodontale nell’arcata superiore

RADIOLOGIA 3D – CBCT CONE BEAM

La CBCT cone beam è l’esame radiologico per eccellenza in odontoiatria. L’odontoiatria moderna ha bisogno di questo esame per eseguire:

  • Pianificazione di interventi di implantologia
  • Valutazione di anatomie delle radici dei denti
  • Valutazione dei difetti parodontali
  • Identificazione dei tragitti nervosi come nervo mentoniero, nervo incisivo, nervo mentale

Ma perchè è tanto importante e perchè non possiamo fidarci solo della radiografia “panoramica”? La CBCT cone beam ci permette di vedere le sezioni trasversali, ovvero quello che c’è dietro e di lato a un dente o all’osso.

Fase di pianificazione per un impianto post-estrattivo in un settore posteriore

Perciò con una semplice radiografia periapicale è impossibile vedere su un impianto è posizionato nella compagine ossea o se l’osso nativo del paziente è sufficiente per accogliere un impianto nelle 3 dimensioni.

Ma i vantaggi di una cone beam non si fermano soltanto a una indagine analogica. Con la chirurgia computer guidata, oggi scontata in uno studio all’avanguardia, i file DICOM (questi sono i nomi dei file di queste radiografie) possono girare comodamente fra gli studi o fra gli studi e l’odontotecnico o gli ingegneri informatici che lavorano alla elaborazione delle dime e della membrane customizzate per i pazienti. DI seguito, un progetto per una riabilitazione implantare full-digital. Il futuro è qui!

Reperibilità 24/7. Un servizio necessario in uno studio odontoiatrico

di Vittorio Magnano

Perchè gli studi Dental One sono reperibili 24 ore al giorno 7 giorni su 7? Spieghiamo il concetto. Di mal di denti non si muore, o meglio non si muore più. Prima dell’invenzione della penicillina si moriva di ascesso dentale in quanto i batteri entravano nel torrente sanguineo provocando una setticemia o una batteriemia. Questa conquista della medicina moderna ha fatto sì che l’antibiotico sia largamente diffuso, a tal punto da essere arrivati all’estremo opposto ovvero al problema della resistenza agli antibiotici, che è diventato un problema di salute pubblica e individuale. Ma questo è un altro discorso.

Sta di fatto che in alcune situazioni (ascessi, parodontopatie, infezioni, perimplantiti, pulpiti) se non si prescrive la giusta terapia farmacologica si può soffrire tantissimo. Certo, perchè il dolore dentale acuto sottoforma di pulpite è il terzo dolore più forte in natura dopo il parto e la colica renale.

E’ perciò fondamentale essere reperibili per le urgenze che possono essere risolte telefonicamente o con whatsapp. Il nostro sito internet è collegato direttamente a un whatsapp sempre attivo e i nostri numeri di telefono sono interconnessi tramite trasferimenti di chiamata che funzionano oltre l’orario di apertura al pubblico.

Che cosa si può richiedere durante una reperibilità telefonica o di messaggistica istantanea? Si possono richiedere informazioni generiche (orari di apertura, servizi, dubbi, curiosità), informazioni specifiche riguardo a un bisogno (“dovrei fare una corona o un impianto”) o terapie farmacologiche palliative per dolori dentali acuti (pulpiti o gengiviti necrotizzanti) o gonfiori e ascessi.

I nostri protocolli farmacologici sono universali e coprono tutte le situazioni cliniche: terapia d’urgenza, terapia pre-chirurgica standard, terapia post-chirurgica standard, terapia per pazienti allergici alla penicillina e altre terapie per le varie chirurgie ricostruttive e implantari che effettuiamo nei nostri studi.


Scegli lo studio più comodo per te!


Genova

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Quando devo portarlo per la prima volta dal dentista?

“Questa è la domanda che mi viene fatta con più frequenza dalle mamme…E PER FORTUNA, AGGIUNGO IO!”

L’età giusta per portare il bambino dal dentista per una prima visita è attorno ai 18/24 mesi di età (periodo in cui saranno erotti i primi denti da LATTE), a meno che il tuo pediatra non ritenga necessaria una visita precedentemente.
Così presto? Si, esattamente, è consigliabile che già dal compimento del secondo anno del tuo bambino tu lo faccia visitare da un dentista pediatrico.

Può sembrare un discorso strano e spesso suscita stupore, ma in un’ottica di prevenzione, prima si comincia e meglio è!
Sicuramente il bimbo non avrà problemi a quell’età, ma il dentista potrà già iniziare a dare i primi consigli utili ai genitori su come prendersi cura della bocca e dei primi dentini.

È importante prendersi cura da subito dei dentini dei bambini!

In seguito il tuo bambino dovrà essere controllato dal dentista pediatrico ogni 6 o 12 mesi in modo tale da monitorare l’igiene orale, la dieta e lo sviluppo dell’intera bocca. Far fare la prima 

visita dal dentista pediatrico precocemente è molto importante per costruire un buon rapporto tra il tuo bambino e il dentista.

Ma veniamo al problema più grosso: secondo una recente statistica oltre il 60% dei bambini sviluppa una carie al terzo anno di età.

Quali sono le cause? Il principale fattore che può causare la carie è la placca batterica; infatti una scorretta igiene orale permette ai batteri di depositarsi attorno al dente attaccando lo smalto dentale. Il 75 % delle carie sui decidui (denti da latte) a 3 anni si forma a causa del non corretto spazzolamento dei denti, della continua assunzione di zuccheri o della cattiva abitudine di mettere le mani in bocca.

Le visite precoci saranno dunque, la base per familiarizzare nel modo migliore con il dentista oltre a darti dei piccoli consigli su come insegnare al tuo bambino a lavarsi i denti attraverso l’aiuto di simpatici pupazzi. 

Molti genitori, erroneamente, pensano che i denti da latte, essendo destinati a cadere, non hanno bisogno di essere puliti……Talvolta assecondano la volontà del bambino di NON lavarsi i denti.
NON SI VA A LETTO SENZA AVERE LAVATO I DENTINI!!!

Ma se è vero che i denti da latte sono provvisori è anche vero che più carie si sviluppano nei denti da latte, maggiore è il rischio che si ripresentino nei denti permanenti.
Questo è già un motivo sufficiente per non trascurarli!
Inoltre come se non bastasse, la carie, anche se su un dente che “tanto deve cadere” NON È INDOLORE e presto o tardi costringerà il genitore a “correre” dal dentista. Prima o poi succede, garantito!

Quindi, qual è il segreto per evitare di ricorrere a trattamenti invasivi per il tuo bambino e costosi per te?

Molto semplice:

COME SEMPRE, LA PREVENZIONE È ALLA BASE DI TUTTO!
Ecco perché offriamo una visita gratuita per TUTTI i bambini.
È importante per noi portare i bambini da subito sulla giusta strada…dentale, prevenendo ogni male!

Il dolore orofacciale: sintomi e consigli per affrontare al meglio questo disturbo

Il dolore orofacciale è un disturbo molto fastidioso che può coinvolgere il viso e la testa. Questo problema può essere associato ad alcune patologie dentali, anche se spesso le cause sono da ricercare altrove.

Il dolore orofacciale può colpire il viso, la testa, il collo o l’interno della bocca e fa riferimento a una branca dell’odontoiatria specializzata nella diagnosi e nella cura del dolore non dentale. Questa condizione è associata ad alcuni disturbi, tra cui i più frequenti sono quelli muscoloscheletrici e in particolare i temporomandibolari (ATM), che coinvolgono le articolazioni deputate al movimento della mandibola e colpiscono anche i muscoli che permettono di masticare e parlare, oltre che altre strutture associate.

Il dolore orofacciale colpisce più di frequente le donne, anche se circa il 5-12 per cento delle persone può sviluppare disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare.

Una delle manifestazioni di questa patologia è il dolore miofasciale, per cui il dolore si localizza in una parte diversa del corpo rispetto a quella in cui ha origine: si parla in questo caso di “dolore riferito“. Se il paziente, ad esempio, presenta dolore ai denti senza una causa correlata, questo potrebbe essere “riferito” da altri muscoli del viso o della testa.

Un’altra tipologia di dolore orofacciale è la nevralgia del trigemino. In questo caso, il dolore si presenta come breve, acuto, lancinante e intenso e può essere provocato da azioni normalmente innocue, come ad esempio toccarsi leggermente il viso, lavarsi i denti, parlare, masticare o radersi.

La sindrome della bocca che brucia è un’altra forma di dolore orofacciale, che implica una sensazione di bruciore nella bocca e di frequente anche nella lingua.

Anche l’emicrania localizzata nel viso può essere confusa con un dolore dentale o facciale, mentre spesso è sintomo dei disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare e della cefalea, che possono presentarsi in contemporanea e provocare un aumento di intensità o una cronicizzazione del problema.

In generale, il dolore è un’esperienza personale, spesso complicata da spiegare. È però molto utile per i medici sapere dove è localizzato, se è sempre presente o intermittente, la sua durata e qualsiasi sintomo associato. Descrivere il dolore può aiutare anche a localizzare le sue cause: ad esempio, nel caso in cui il dolore sia simile a scosse elettriche, è possibile un coinvolgimento dei nervi. Se invece il dolore si manifesta all’apertura della bocca, o quando si mastica o parla, potrebbe trattarsi di un disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare.

Per questo è importante parlarne e affidarsi alla competenza di esperti e specialisti, come quelli della Dental One , in grado di trovare la diagnosi e le cure giuste in base alle specifiche patologie.

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